Cascata Val Boazzo (III/2) - Morterone
|
||||||||||||||||||||||
![]() |
![]() |
La luna è piena ed il gelo di questi giorni non può tirarmi indietro davanti l'invito di andare a fare questa semplice cascata in notturna.
Rimando gli allenamenti a settimana prossima e mi trovo con Ivan verso Lecco per raggiungere Ballabio.
Da Ballabio saliamo in macchina la ripida e tortuosa strada per Morterone. Terminati i tornanti si trovano due possibili spazi dove lasciare l'auto. Tempo di sistemarci e partiamo già imbragati (ore 20.45 circa).
Risaliamo qualche metro la strada e alla nostra troviamo il sentiero che scende. Ivan mi indica la semplice cascata che faremo, lunghissima a vista.
Il sentiero di discesa non è banale: ripido, stretto e la poca neve non ne migliora le condizioni. La traccia è ben visibile anche grazie il passaggio di qualche altro escursionista probabilmente durante la giornata. Poco prima metà della discesa si trovano delle corde fisse che facilitano la discesa, dobbiamo comunque prestare attenzione al suolo molto franoso/scivoloso. Questo tratto si rivelerà il tratto più faticoso della serata!
Oltrepassiamo il fiumiciattolo sempre con l'ausilio di una corda e ci incamminiamo alla base del ruscello ghiacciato.
Non descriverò tratto per tratto la cascata, di durata circa 2 ore 45, ma vi assicuro che è perfetta per i principianti come me. Infatti la cascata è un susseguirsi di ascese ben appoggiate e qualche parete più verticale (80% max) di puro ghiaccio, ma molto brevi. Noi proseguiamo in conserva, assicurandoci ogni tanto con qualche vite da ghiaccio e in un paio di occasioni, Ivan decide di assicurarmi viste le due pareti più verticali dove potrei cadere/scivolare più facilmente.
Vi assicuro che è molto semplice e personalmente mi sentivo sempre "protetta", nessun passaggio esposto o così verticale o lungo da mettermi timore, ovviamente sapendo che con me c'era una persona di cui fidarmi.
Il cielo, limpido e ricco di stelle, rendeva l'atmosfera magica e la luna piena a tratti visibile trasformava il ghiaccio in uno spettro.
Superato questo fantasma con il lenzuolo ghiacciato siamo usciti dal ruscello cascato e siamo risaliti sul pendio alla nostra sinistra, immergendoci nel bosco. Andando a naso, alzandoci di qualche metro, abbiamo incrociato il sentiero del ritorno che porta ai Piani D'Erna.
Il sentiero del ritorno è ben visibile anche grazie alle impronte nella neve, lo si segue e prendendo poi la direzione di Val Boazza, fino a raggiungere delle baite immerse in un pianoro aperto ed illuminato dall'immenso cielo che ci sovrasta; qui è presente anche i resti della vecchia funivia.
Con un giro ad anello, non così corto, raggiungiamo il torrente che avevamo attraversato prima dell'attacco e lo oltrepassiamo grazie ad un solido ponte in legno. Da qui svoltare a sinistra sulla strada sterrata che ci porterà in circa 15 minuti alla strada asfaltata che porta alla macchina.
Emozioni fatte di freddo, luci e silenzio... A ognuno il proprio modo di vivere la vita!
Rimando gli allenamenti a settimana prossima e mi trovo con Ivan verso Lecco per raggiungere Ballabio.
Da Ballabio saliamo in macchina la ripida e tortuosa strada per Morterone. Terminati i tornanti si trovano due possibili spazi dove lasciare l'auto. Tempo di sistemarci e partiamo già imbragati (ore 20.45 circa).
Risaliamo qualche metro la strada e alla nostra troviamo il sentiero che scende. Ivan mi indica la semplice cascata che faremo, lunghissima a vista.
Il sentiero di discesa non è banale: ripido, stretto e la poca neve non ne migliora le condizioni. La traccia è ben visibile anche grazie il passaggio di qualche altro escursionista probabilmente durante la giornata. Poco prima metà della discesa si trovano delle corde fisse che facilitano la discesa, dobbiamo comunque prestare attenzione al suolo molto franoso/scivoloso. Questo tratto si rivelerà il tratto più faticoso della serata!
Oltrepassiamo il fiumiciattolo sempre con l'ausilio di una corda e ci incamminiamo alla base del ruscello ghiacciato.
Non descriverò tratto per tratto la cascata, di durata circa 2 ore 45, ma vi assicuro che è perfetta per i principianti come me. Infatti la cascata è un susseguirsi di ascese ben appoggiate e qualche parete più verticale (80% max) di puro ghiaccio, ma molto brevi. Noi proseguiamo in conserva, assicurandoci ogni tanto con qualche vite da ghiaccio e in un paio di occasioni, Ivan decide di assicurarmi viste le due pareti più verticali dove potrei cadere/scivolare più facilmente.
Vi assicuro che è molto semplice e personalmente mi sentivo sempre "protetta", nessun passaggio esposto o così verticale o lungo da mettermi timore, ovviamente sapendo che con me c'era una persona di cui fidarmi.
Il cielo, limpido e ricco di stelle, rendeva l'atmosfera magica e la luna piena a tratti visibile trasformava il ghiaccio in uno spettro.
Superato questo fantasma con il lenzuolo ghiacciato siamo usciti dal ruscello cascato e siamo risaliti sul pendio alla nostra sinistra, immergendoci nel bosco. Andando a naso, alzandoci di qualche metro, abbiamo incrociato il sentiero del ritorno che porta ai Piani D'Erna.
Il sentiero del ritorno è ben visibile anche grazie alle impronte nella neve, lo si segue e prendendo poi la direzione di Val Boazza, fino a raggiungere delle baite immerse in un pianoro aperto ed illuminato dall'immenso cielo che ci sovrasta; qui è presente anche i resti della vecchia funivia.
Con un giro ad anello, non così corto, raggiungiamo il torrente che avevamo attraversato prima dell'attacco e lo oltrepassiamo grazie ad un solido ponte in legno. Da qui svoltare a sinistra sulla strada sterrata che ci porterà in circa 15 minuti alla strada asfaltata che porta alla macchina.
Emozioni fatte di freddo, luci e silenzio... A ognuno il proprio modo di vivere la vita!
Tourengänger:
martynred

Communities: Hikr in italiano
Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden
Kommentare (2)