Monte Barro, sentiero delle creste.
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Non amo molto la zona del Lecchese e quella del Triangolo lariano, non tanto per i posti che possono anche essere belli e hanno una flora veramente peculiare ma per il traffico e l'antropizzazione a volte eccessiva che li caratterizza.
Siamo però in periodo festivo, molta gente non lavora, chissà che la viabilità non sia un po' più fluida del solito. Non sono mai salito al Monte Barro perciò propongo la salita a Francesca, che a sua volte mostra qualche perplessità per via del traffico, la convinco comunque con gli argomenti di cui sopra.
Oggi ci sarà anche Maria, la minore delle sue figlie, piccola per modo di dire visto che studia ingegneria in Norvegia, e dato il clima ed il sole di questi giorni ha bisogno di fare scorta di calore prima di riaffrontare il buio dell'inverno scandinavo.
Nonostante il traffico non sia molto intenso districarsi fra il dedalo di strade che caratterizza questa zona non è semplice: sembra di essere a Los Angeles solo che in America le indicazioni sono più chiare. Comunque dopo un paio di giri a vuoto per le vie di Galbiate riusciamo a trovare la partenza della nostra gita ed anche un bel parcheggio.
Ci prepariamo e risaliamo la ripida via dell'Oliva, dapprima asfaltata e quindi sterrata, passiamo in località Due Case dove vi sono oliveti e orti, con tutta evidenza qui non hanno il problema degli ungulati che si mangiano tutto vista l'assoluta mancanza di recinzioni.
Troviamo quindi il bivio per il sentiero delle creste.
Iniziamo a salire e presto raggiungiamo il crinale, il sentiero è evidentissimo e porta a superare i tre corni antecedenti la vetta, vi sono alcuni semplici passaggi rocciosi e delle brevi discese fra una sommità e l'altra. Il panorama intorno è notevole con i vari laghi e le montagne della zona tutt'intorno. Arriviamo ben presto in vetta dove vi è solo una persona, ben presto però siamo raggiunti da una vera folla: adulti, bambini, cani...quasi tutti saliti dall'eremo sottostante.
Facciamo una breve sosta poi decidiamo di trovare un posto meno affollato per la sosta pranzo.
Scendiamo quindi per il sentiero che sale dall'eremo e nei pressi di un ripetitore troviamo una panoramica panchina al sole. Ci fermiamo qui, abbiamo anche il tempo per una pennichella e per gustarci i nostri marrons glaces e le deliziose arance candite ricoperte di cioccolato fatte da Francesca.
Con molta calma scendiamo all'eremo percorrendo un sentiero botanico. Nonostante il clima primaverile siamo in inverno e la flora si limita ad un gran numero di ellebori, primule, epatiche e scabiose.
All'eremo, affollatissimo visto che lo si raggiunge in auto, ci prendiamo un caffè, vorremmo anche visitare la chiesa gotica e vedere gli affreschi ma, ca va sans dire, è chiusa quindi scendiamo per la strada sotto il complesso dell'eremo ed al primo tornante prendiamo il sentiero detto "delle Torri gote", Vediamo effettivamente i resti di due torri del V - VI secolo facenti parte di una linea fortificata che le univa con un muro di pietre lungo oltre un chilometro e di cui, a distanza di 1500 anni, non rimane nulla di apprezzabile. Rientriamo nel bosco e ci abbassiamo su un bel sentiero finchè ci ritroviamo in località Due Case e raggiungiamo la nostra auto.
Bella gita nonostante il dislivello irrisorio, probabilmente molto più apprezzabile in primavera quando dovrebbe offrire una varietà floristica notevole. Il panorama è quello tipico di queste zone ma con un bel colpo d'occhio su Lecco ed i laghi di Garlate ed Olginate e sul Monte Crocione più a Sud.
Difficoltà: i tratti di sentiero non superano il T2, i passi su roccia, dove appoggi ed appigli sono chiaramente identificabili dalle tracce lasciate da innumerevoli passaggi, non superano mai il I grado.
Siamo però in periodo festivo, molta gente non lavora, chissà che la viabilità non sia un po' più fluida del solito. Non sono mai salito al Monte Barro perciò propongo la salita a Francesca, che a sua volte mostra qualche perplessità per via del traffico, la convinco comunque con gli argomenti di cui sopra.
Oggi ci sarà anche Maria, la minore delle sue figlie, piccola per modo di dire visto che studia ingegneria in Norvegia, e dato il clima ed il sole di questi giorni ha bisogno di fare scorta di calore prima di riaffrontare il buio dell'inverno scandinavo.
Nonostante il traffico non sia molto intenso districarsi fra il dedalo di strade che caratterizza questa zona non è semplice: sembra di essere a Los Angeles solo che in America le indicazioni sono più chiare. Comunque dopo un paio di giri a vuoto per le vie di Galbiate riusciamo a trovare la partenza della nostra gita ed anche un bel parcheggio.
Ci prepariamo e risaliamo la ripida via dell'Oliva, dapprima asfaltata e quindi sterrata, passiamo in località Due Case dove vi sono oliveti e orti, con tutta evidenza qui non hanno il problema degli ungulati che si mangiano tutto vista l'assoluta mancanza di recinzioni.
Troviamo quindi il bivio per il sentiero delle creste.
Iniziamo a salire e presto raggiungiamo il crinale, il sentiero è evidentissimo e porta a superare i tre corni antecedenti la vetta, vi sono alcuni semplici passaggi rocciosi e delle brevi discese fra una sommità e l'altra. Il panorama intorno è notevole con i vari laghi e le montagne della zona tutt'intorno. Arriviamo ben presto in vetta dove vi è solo una persona, ben presto però siamo raggiunti da una vera folla: adulti, bambini, cani...quasi tutti saliti dall'eremo sottostante.
Facciamo una breve sosta poi decidiamo di trovare un posto meno affollato per la sosta pranzo.
Scendiamo quindi per il sentiero che sale dall'eremo e nei pressi di un ripetitore troviamo una panoramica panchina al sole. Ci fermiamo qui, abbiamo anche il tempo per una pennichella e per gustarci i nostri marrons glaces e le deliziose arance candite ricoperte di cioccolato fatte da Francesca.
Con molta calma scendiamo all'eremo percorrendo un sentiero botanico. Nonostante il clima primaverile siamo in inverno e la flora si limita ad un gran numero di ellebori, primule, epatiche e scabiose.
All'eremo, affollatissimo visto che lo si raggiunge in auto, ci prendiamo un caffè, vorremmo anche visitare la chiesa gotica e vedere gli affreschi ma, ca va sans dire, è chiusa quindi scendiamo per la strada sotto il complesso dell'eremo ed al primo tornante prendiamo il sentiero detto "delle Torri gote", Vediamo effettivamente i resti di due torri del V - VI secolo facenti parte di una linea fortificata che le univa con un muro di pietre lungo oltre un chilometro e di cui, a distanza di 1500 anni, non rimane nulla di apprezzabile. Rientriamo nel bosco e ci abbassiamo su un bel sentiero finchè ci ritroviamo in località Due Case e raggiungiamo la nostra auto.
Bella gita nonostante il dislivello irrisorio, probabilmente molto più apprezzabile in primavera quando dovrebbe offrire una varietà floristica notevole. Il panorama è quello tipico di queste zone ma con un bel colpo d'occhio su Lecco ed i laghi di Garlate ed Olginate e sul Monte Crocione più a Sud.
Difficoltà: i tratti di sentiero non superano il T2, i passi su roccia, dove appoggi ed appigli sono chiaramente identificabili dalle tracce lasciate da innumerevoli passaggi, non superano mai il I grado.
Tourengänger:
paoloski

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Kommentare (2)