Goulotte Sfinge (III, AI 3) - Pizzo Tre Signori
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Inizia così quest'avventura: mancava la quarta persona per fare due cordate!
Come poter perdere una tale occasione, se pur si tratta della terza ascesa al P3S di quest'anno?
Arriviamo ad Ornica prima dell'alba e parcheggiamo dopo la chiesa nell'ultimo parcheggio sulla destra. Sistemato tutto negli zaini, risaliamo la strada asfaltata nel buio fino a trovare il cartello per il sentiero n.106 (Pizzo Tre Signori). Da qui fino all'attacco per la goulotte (circa 3 h) vedete la relazione dell'uscita del 15 Maggio 2016. Arriva l'alba e con se porta il calore del sole. Lo spettacolo alle nostre spalle non può non essere fotografato e davanti a noi, il Pizzo, con la luna accovacciata al suo fianco, il nostro punto di riferimento . Il sentiero è pulito per la maggior parte dell'avvicinamento, solamente superata la Sfinge un pò di neve mista a ghiaccio intralcia il percorso.
Oltrepassiamo il grande torrione dalla forma caratteristica, la Sfinge, per arrivare alla conca da dove possiamo ammirare la completa parete NE del Pizzo Tre Signori. L'attacco della goulotte si trova proprio al centro di quest'ultima, non lontano dalla goulotte "Amici nel vento". Risaliamo senza ramponi (che consiglio di indossare) il pendio che ci porta alla base dove stanno già arrampicando 3 veloci alpinisti. Finalmente quel dolore lombare che mi ha fatto andare a passo di lumaca nell'avvicinamento scompare, probabilmente sopraffatto dal timore di non potercela fare e dover essere di peso ai miei 3 compagni (uomini!).
La via "Sfinge" venne aperta da V. Cividini e Giuseppe il 23 Dicembre 2012; ha uno sviluppo di 230 m suddivisi in 4 tiri. Si tratta di una via puramente alpinistica non attrezzata con grado massimo di arrampicata su roccia III+/VI- e con pendenze di 60°/75° ad eccezione di un solo tratto da 85°.
Dobbiamo attendere che l'ultimo alpinista davanti a noi inizi la sua ascesa e questo basta per farci congelare mani e piedi. Armato di tutte le attrezzature necessarie apre le danze Ivan che, dopo qualche minuti, comincia ad intonare francesismi a ritmo di polvere di neve in faccia e lungo la schiena. Io a fargli sicura, mi riparo a lato per non beccarmi in faccia qualche “sasso” di neve/ghiaccio che i 4 davanti a me stanno scaricando.
La descrizione dei 4 tiri sarà un copia incolla della relazione di Cividini dal libro “Ghiaccio delle Orobie”, completo di commenti personali.
L1: salire la colata su neve pressa e brevi tratti di ghiaccio fino ad un risalto di misto a 85° sopra al quale si procede su un esile diedrino con neve pressa. Ora la via prosegue in camino-canale con ancora un passo delicato poi le pendenze diminuiscono. Sosta da attrezzare su micro friend o chiodi dove la roccia forma una piccola nicchia a sinistra. 60 m, da 60° a 75° con un tratto a 85° presso il risalto;
Questo primo tratto l'ho trovato personalmente decisivo. Avere due picche al posto di due mani mi ha affascinato come mai avrei potuto immaginare, specialmente se utilizzate su roccia. Il tratto a 85° è stato da me percepito come da 110°! Infatti mi ha messo a dura prova, mi sentivo buttata in fuori con il corpo e con le picche che sembrava non volessero starsene appese. L'inganno a fin di bene e la capacità tecnica di Federico, apritore della seconda cordata, mi hanno fatto superare il tratto più impegantivo di tutta la via senza TROPPE difficoltà.
L2: proseguire lungo il canale fin dove sulla destra si apre a pendio. Sosta da attrezzare a chiodi sulla sinistra. 55 m, neve, 60°;
L3: salire dritti fino a una sella nevosa quindi entrare nel canalino di sinistra. Sosta su friend e spuntone. 55 m, neve, 60°;
Qui Ivan, prima di arrivare al masso roccioso dove sostare ha creato una ambigua sosta per lui ed una poco meno ambigua per me.
L4: salire l'evidente colata fra le rocce in leggero andamento verso sinistra con arrampicata divertente, poi piegare decisamente a destra su neve fino alla cima. Sosta su spuntone (a volte è necessario scavare della neve) 55 m, 70°.
Dopo 3 ore dall'attacco, spunto per ultima all'anticima d'arrivo, i polpacci infuocati lasciano il posto alla sorpresa di avercela fatta e aver condiviso questa splendida salita e giornata con 3 ragazzi unici nella loro specie.
Qualche foto a noi, al paesaggio e al Pizzo (raggiungibile per la cresta che non faremo) prima di rincontrare i velocissimi 3 alpinisti che nel frattempo erano scesi e risaliti dalla via “Amici nel vento”.
Per la discesa puntare verso la conca per poi scendere a sinistra per un canale largo e non ripidissimo. Non distanti dalla Bocchetta dell'Inferno scendere dal percorso dell'andata.

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