Mottarone 1492 m da Baveno
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Diversamente a come succede la maggior parte delle volte, sembra che in questo week la perturbazione se ne vada piuttosto che arrivare!
Tra l’acqua, un piccolo infortunio di Marco e la voglia di una rivinciata sui Monti Camoscio e Zughero che tantissimi anni fa non riuscimmo a trovare, declino l’invito di Andrea a fare un “giretto” che ha in mente. Questa volta devo proprio credergli quando ci dice che oggi viene solo per la compagnia….la cima l’ha già salita, faremo addirittura, in parte, proprio un suo itinerario, ci aggiungiamo che supereremo solo di poco il suo minimo sindacale per i dislivelli…quasi una tragedia….però a pranzo c’erano le patatine fritte…quando le mangi in montagna se non con noi!!!
Passiamo all’uscita.
Lasciata l’auto a Baveno, nei pressi del Camping “La Tranquilla” passiamo sotto l’autostrada e prendiamo a salire in un bosco fradicio. Gli alberi spogli ci regalano qualche scorcio di lago e un bel sole che comincia a bucare le nuvole.
Raggiungiamo la cima del Camoscio e il panorama da questa piccola cima è pazzesco. Un po’ di nebbia avvolge ancora la bassa, regalando un paesaggio surreale! Guardiamo le cime che ci circondano per avere un’idea un po’ più precisa sulla situazione neve. Qui attorno assente.
Ad Andrea non sfugge nulla, e nota che il GPS indica come Monte Camoscio un altro panarozzo, non quello con la croce, per cui saliamo anche su quello che indica il GPS. Stessa cosa faremo con il Crocino, salendo prima quello con la croce e poi nel tornare indietro abbandonando per un attimo il sentiero per prendere una ripida traccia che ci porta su un bel panarozzo. Scendiamo, più dolcemente, sul versante opposto per poi scendere ulteriormente all’Alpe Vedabia.
Proseguiamo ora per il Monte Zughero, dopo un comodo sentierone un ultimo ripido strappo copre qui ultimi metri. Scendiamo quindi al rifugio del CAI Baveno, Alpe Nuovo. Una bellissima struttura che è data in gestione a chiunque voglia soggiornarvi, previo prenotazione, ritiro chiavi e piccolo contributo. Oggi è aperta, grazie alla presenza di due volontari saliti per controllare la situazione dopo le ultime piogge.
Dopo la breve sosta, imbocchiamo il sentiero dietro la struttura. Rimaniamo sempre sulla dorsale fino a raggiungere, il bar/ristorante ai piedi della cima del Mottarone. La scelta sul dove fermarsi è dettata proprio dall’invitante profumo di patatine fritte che i ragazzi non si faranno mancare….
Saliamo poi in cima che, se non fosse per il panorama, si potrebbe tranquillamente evitare e scendiamo sul versante opposto da dove partirà l’interminabile discesa.
Tramite sterrate, sentieri, un poco di asfalto e mulattiere,seguendo i sentieri L1, M3 e M5, passiamo dai ruderi, nascosti nella boscaglia, della Chiesa Eurosia, raggiungiamo la stazione intermedia della funivia del Mottarone, passiamo gli alpeggi di Monti, Cristina e i Gemelli fino ad arrivare finalmente alle prime di case di Baveno e, grazie al GPS, riusciamo a ritrovare il Campeggio al primo colpo!
La discesa non era stata pianificata ma, con il senno di poi, probabilmente, sarebbe stato meglio tornae all’Alpe Vedobia, con il sentiero M3B, e da lì scenderee a Baveno con l’M2.
E’ la seconda volta che saliamo al Mottarone e, se si chiudono gli occhi su quanto c’è in cima, i percorsi che la raggiungono, almeno i due che abbiamo fatto noi, sono veramente molto belli e interessanti.
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