Pizzo di Claro da Prepiantò
|
||||||||||||||||||||||||||
![]() |
![]() |
Oggi sono da solo: sia Monica che Francesca hanno altri impegni. Decido di andare al Lago Canee per gustare ancora un po' dei magnifici colori dell'autunno. Raggiungo Prepiantò percorrendo la bella strada che sale da San Vittore passando per Giova, parcheggio nei pressi del bacino antincendio e mi avvio lungo la strada sterrata, poche centinaia di metri ed ecco le indicazioni per Brogoldon.
Il sentiero sale ripido e, almeno in questa prima parte, si fa largo fra numerosi alberi abbattuti e rami che spesso ingombrano il percorso. Arrivo al bivio di Er de Bastardell, strano toponimo, dove la pendenza diminuisce ed il sentiero diviene quasi un tratturo, in pochi minuti sono al bellissimo rifugio Alp de Martum, breve sosta e riparto, il sentiero si abbassa un po' , supera il confine cantonale e poi risale, in breve sono in vista del vasto ripiano su cui sorge la grande capanna Brogoldone. Qui incontro due persone con un cane che ripartono subito, io faccio un'altra breve sosta per rifocillarmi e fare qualche foto.
Riparto, alle spalle della capanna c'è un bivio, la palina indica il Lago Canee a 2,40 ore, Inizio a percorrere un tratturo veramente largo che scende in direzione della ben presto visibile Alpe di Motto. Anche questo è un bellissimo bivacco sempre aperto e perfettamente attrezzato. Vedo un segnavia bianco - rosso ed imbocco un sentiero che, come ben presto mi accorgo, non può essere quello per il lago. Consulto la carta: sto salendo invece che scendere, vabbè a questo punto cambiamo destinazione, d'altronde il lago l'ho già visto quando salì al Pizzo di Claro dall'Alpe di Pèu. Salgo per un sentierino non segnalato fino all'Alpe di Gagèrn, proseguo su delle tracce e sono di nuovo costretto a ritirare fuori la carta, come previsto non sto andando da nessuna parte; ritorno sui miei passi e dall'Alpe di Gagèrn salgo fino a trovare un sentiero segnato in bianco - rosso che, con tutta evidenza, va verso il Passo di Mem.
Raggiungo il passo e decido che oggi sarà la volta buona per salire al Pizzo di Claro dal versante calanchino: l'ho già tentata tre volte questa salita senza, per una ragione o per l'altra, venirne a capo.
Mi abbasso quindi oltre la cresta passando per i pendii sovrastanti l'Alpe di Mem e raggiungendo, con vari saliscendi, il Pian del Baitel dove trovo le indicazioni per la salita al Pizzo.
Inizio a salire, non è che mi senta in forma smagliante visto che gli ultimi esami del sangue dicono che i miei globuli rossi sono un buon venti percento in meno del "minimo sindacale", ma tant'è: ormai sono qui ed ho deciso di raggiungere la cima.
Il sentiero alterna tratti ben segnalati ad altri dove ci si deve sforzare di individuare il percorso fra le pietraie ed i macereti aiutati da qualche segnavia scolorito e da qualche ometto.
Incontro diverse persone che sono già sulla via di discesa.
Il sentiero sale ripido, supera due grandi canali e poi, finalmente volge a sinistra e con un ultima svolta raggiunge la cresta al di sotto della bastionata marmorea della cima quotata 2727 metri. Un ultimo sforzo e sono sulla crestina di collegamento fra le due sommità, salgo sulla più alta e poi scendo di nuovo per raggiungere la cima gemella dove si trovano due croci ed il libro di vetta. Vi sono diverse persone salite dal lago, c'è una certa agitazione visto che a quanto pare su quel versante vi sono neve e ghiaccio in abbondanza. Sono stati anche sfiorati da una scarica di sassi e massi e un'anziana signora sembra nel panico. Vabbè ormai sono fuori, decidono comunque di scendere dalversante calanchino, si faranno recuperare a Stabveder da qualcuno.
Mangio qualcosa, faccio un bel po' di foto e ridiscendo velocemente: sono già le 14,30 e la mia macchina si trova 1300 metri e diversi chilometri più in basso.
Raggiungo di nuovo il Pian del Baitel e da lì risalgo al Passo di Mem, percorro un tratto della cresta fino al Pass de Ciarin, la tentazione di salire al Piz de Molinera è forte ma , fatti due conti, mi rendo conto che dovrei metter mano alla pila per raggiungere l'auto, pazienza, tanto il Molinera ed il Martum sono cime che ho già salito.
Mi sposto fuori traccia in direzione Sud Ovest superando una serie di valli e vallette finchè trovo il sentiero segnalato che si abbassa verso la capanna Brogoldone, breve sosta per bere l'ultimo the e l'ultima acqua e riparto veloce, al rifugio Alp de Martum lascio un franco nella cassetta e mi concedo un altro sorso d'acqua. Poi via veloce, nel bosco fitto comincia già a far buio, dal bivio di Er del Bastardell all'auto riesco a farcela in 25 minuti, quando arrivo ci si vede a malapena.
Riparto, la strada che scende in valle è veramente lunga e piena di curve, dietro una di queste sono costretto ad inchiodare per non investire un gregge di capre che staziona sulla carreggiata, con tutta calma si spostano e posso ripartire, dieci minuti ed altra frenata per non investire un capriolo che mi balza all'improvviso davanti all'auto. Vabbè finalmente sono giù e posso dirigermi verso l'autostrada.
Finalmente sono riuscito a raggiungere il Pizzo di Claro dalla Calanca, era ora dopo tre tentativi infruttuosi.
Difficoltà: nonostante molti la quotino T3 io direi piuttosto T3+, i pendii del Pizzo sono decisamente ripidi, dubito che, in alcuni punti specialmente, una caduta possa essere arrestata.
Del resto la scala delle difficoltà escursionistiche, nonostante quanto molti evidentemente pensino, non è un'opinione personale basata sul proprio stato di forma, ma risponde a dei criteri oggettivi e ben descritti a chiunque voglia prendersi la briga di leggere le specifiche della suddetta scala sul sito del CAS.
La traccia è molto più visibile in discesa che in salita ma non vi sono comunque problemi di orientamento in condizioni ottimali come quelle odierne. Il percorso fra il Pass di Mem ed il Pian del Baitel è ottimamente segnalato.
Il sentiero sale ripido e, almeno in questa prima parte, si fa largo fra numerosi alberi abbattuti e rami che spesso ingombrano il percorso. Arrivo al bivio di Er de Bastardell, strano toponimo, dove la pendenza diminuisce ed il sentiero diviene quasi un tratturo, in pochi minuti sono al bellissimo rifugio Alp de Martum, breve sosta e riparto, il sentiero si abbassa un po' , supera il confine cantonale e poi risale, in breve sono in vista del vasto ripiano su cui sorge la grande capanna Brogoldone. Qui incontro due persone con un cane che ripartono subito, io faccio un'altra breve sosta per rifocillarmi e fare qualche foto.
Riparto, alle spalle della capanna c'è un bivio, la palina indica il Lago Canee a 2,40 ore, Inizio a percorrere un tratturo veramente largo che scende in direzione della ben presto visibile Alpe di Motto. Anche questo è un bellissimo bivacco sempre aperto e perfettamente attrezzato. Vedo un segnavia bianco - rosso ed imbocco un sentiero che, come ben presto mi accorgo, non può essere quello per il lago. Consulto la carta: sto salendo invece che scendere, vabbè a questo punto cambiamo destinazione, d'altronde il lago l'ho già visto quando salì al Pizzo di Claro dall'Alpe di Pèu. Salgo per un sentierino non segnalato fino all'Alpe di Gagèrn, proseguo su delle tracce e sono di nuovo costretto a ritirare fuori la carta, come previsto non sto andando da nessuna parte; ritorno sui miei passi e dall'Alpe di Gagèrn salgo fino a trovare un sentiero segnato in bianco - rosso che, con tutta evidenza, va verso il Passo di Mem.
Raggiungo il passo e decido che oggi sarà la volta buona per salire al Pizzo di Claro dal versante calanchino: l'ho già tentata tre volte questa salita senza, per una ragione o per l'altra, venirne a capo.
Mi abbasso quindi oltre la cresta passando per i pendii sovrastanti l'Alpe di Mem e raggiungendo, con vari saliscendi, il Pian del Baitel dove trovo le indicazioni per la salita al Pizzo.
Inizio a salire, non è che mi senta in forma smagliante visto che gli ultimi esami del sangue dicono che i miei globuli rossi sono un buon venti percento in meno del "minimo sindacale", ma tant'è: ormai sono qui ed ho deciso di raggiungere la cima.
Il sentiero alterna tratti ben segnalati ad altri dove ci si deve sforzare di individuare il percorso fra le pietraie ed i macereti aiutati da qualche segnavia scolorito e da qualche ometto.
Incontro diverse persone che sono già sulla via di discesa.
Il sentiero sale ripido, supera due grandi canali e poi, finalmente volge a sinistra e con un ultima svolta raggiunge la cresta al di sotto della bastionata marmorea della cima quotata 2727 metri. Un ultimo sforzo e sono sulla crestina di collegamento fra le due sommità, salgo sulla più alta e poi scendo di nuovo per raggiungere la cima gemella dove si trovano due croci ed il libro di vetta. Vi sono diverse persone salite dal lago, c'è una certa agitazione visto che a quanto pare su quel versante vi sono neve e ghiaccio in abbondanza. Sono stati anche sfiorati da una scarica di sassi e massi e un'anziana signora sembra nel panico. Vabbè ormai sono fuori, decidono comunque di scendere dalversante calanchino, si faranno recuperare a Stabveder da qualcuno.
Mangio qualcosa, faccio un bel po' di foto e ridiscendo velocemente: sono già le 14,30 e la mia macchina si trova 1300 metri e diversi chilometri più in basso.
Raggiungo di nuovo il Pian del Baitel e da lì risalgo al Passo di Mem, percorro un tratto della cresta fino al Pass de Ciarin, la tentazione di salire al Piz de Molinera è forte ma , fatti due conti, mi rendo conto che dovrei metter mano alla pila per raggiungere l'auto, pazienza, tanto il Molinera ed il Martum sono cime che ho già salito.
Mi sposto fuori traccia in direzione Sud Ovest superando una serie di valli e vallette finchè trovo il sentiero segnalato che si abbassa verso la capanna Brogoldone, breve sosta per bere l'ultimo the e l'ultima acqua e riparto veloce, al rifugio Alp de Martum lascio un franco nella cassetta e mi concedo un altro sorso d'acqua. Poi via veloce, nel bosco fitto comincia già a far buio, dal bivio di Er del Bastardell all'auto riesco a farcela in 25 minuti, quando arrivo ci si vede a malapena.
Riparto, la strada che scende in valle è veramente lunga e piena di curve, dietro una di queste sono costretto ad inchiodare per non investire un gregge di capre che staziona sulla carreggiata, con tutta calma si spostano e posso ripartire, dieci minuti ed altra frenata per non investire un capriolo che mi balza all'improvviso davanti all'auto. Vabbè finalmente sono giù e posso dirigermi verso l'autostrada.
Finalmente sono riuscito a raggiungere il Pizzo di Claro dalla Calanca, era ora dopo tre tentativi infruttuosi.
Difficoltà: nonostante molti la quotino T3 io direi piuttosto T3+, i pendii del Pizzo sono decisamente ripidi, dubito che, in alcuni punti specialmente, una caduta possa essere arrestata.
Del resto la scala delle difficoltà escursionistiche, nonostante quanto molti evidentemente pensino, non è un'opinione personale basata sul proprio stato di forma, ma risponde a dei criteri oggettivi e ben descritti a chiunque voglia prendersi la briga di leggere le specifiche della suddetta scala sul sito del CAS.
La traccia è molto più visibile in discesa che in salita ma non vi sono comunque problemi di orientamento in condizioni ottimali come quelle odierne. Il percorso fra il Pass di Mem ed il Pian del Baitel è ottimamente segnalato.
Tourengänger:
paoloski

Communities: Hikr in italiano
Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden
Kommentare (4)