3 giorni alla scoperta della Valle Osogna... e dei Patrizi...
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Visto le belle previsioni per il ponte di Ognissanti decido, come sempre all’ultimo, per un trittico Ticinese nella selvaggia Valle Osogna, facendo riferimento alla possibilità di sfruttare alcune Capanne recensite su bivacchi ticinesi come “sempre aperte”…
…ma così non è!!!
Il posto è per me del tutto nuovo, per cui anche il morale è più che positivo, così di buon passo mi lancio da Osogna verso la chiusa e nascosta vallata del torrente Nala alla scoperta dei sui solitari superiori alpeggi.
Superato l’Alpe Pont e le scalinate (posa del 1600) con il ponte sospeso di “Stabion” raggiungo l’Alpe Scing, praticamente il punto di coordinamento dell’intera vallata, dove alcuni alpeggi (case) sono al momento regolarmente frequentati dai loro proprietari… i cosiddetti Patrizi.
Giusto all’ultimo Alpe il Signor “Mirko” mi chiede… chiedere è lecito… dove sono diretto con tutto quel carico nello zaino…
“Ho tre giornate da sfruttare così, scartabellando tra internet e cartine varie, mi è caduto l’occhio sulla Valle Osogna, visto che ci sono tanti possibili bivacchi”
M “ma ce l’hai la chiave… guarda che i bivacchi sono tutti chiusi”
“tutti chiusi? Proprio tutti?”
M “e già… tutti chiusi… Io non ho qui con me la chiave se no te l’avrei anche data… ma se provi a tornare indietro dal Livio, la prima baita sopra la chiesetta e gli dici che ti mando io, non ci dovrebbero essere problemi… lui ce l’ha di sicuro, è sempre in giro a controllare i bivacchi”
Ritorno al primo Alpe ma il Livio non c’è… è sempre in giro a controllare i bivacchi… così un po’ nel disperato… “ora che faccio”… provo a recarmi anche al superiore alpeggio dove sento che stanno tagliando legna con la motosega.
Padre e figlio all’opera taglio boschi, rimangono un po’ sconcertati dalla mia richiesta delle chiavi, ma alla fine cedono a mi consegnano la loro copia, un chiave modello unico per tutti i bivacco-rifugi dislocati nell’Alta Valle… ce ne saranno una decina.
Ripresa la “retta via” non mi resta che scegliere in quale “Alberghetto” pernottare… così dopo una preventiva tappa all’Alpe Stabiello, bello in ordine come tutti gli altri del resto, ma al momento praticamente privo di acqua, mi reco al successivo Alpe Otri, anche questo privo d’acqua, ma con la possibilità di sfruttare un rigagnolo (10 minuti) utilizzando i bidoni presenti all’interno della struttura.
Ottimo punto sosta… baita totalmente ristrutturata con un bel ampio piano con due stanze che separano la sala cucina (stufa a legna con fornello a gas) dal dormitorio (4 letti a castello 8 posti).
Una volta accesa la stufa la temperatura interna… già freddo non era… in un paio d’orette raggiunge l’invidiabile soglia dei 20°… perfetto!
Notte tranquilla, con risveglio posticipato al chiaror del sole… fretta non ne ho…, colazione latte, caffè, biscotti e marmellata, pulizia e riordino del locale e partenza in direzione delle cime divisorie dalla Val Pontirone con l’idea di percorrere il tratto di cresta che va dal Masnan al Passo del Mauro, per poi scendere da questo all’Alpe Orz… il secondo posto tappa.
Per i ripidi fianchi erbosi risalgo la conca che dai ruderi di Larecc conduce direttamente alla tondeggiante Masnan, splendido balcone sulla Val Leventina, oltre al quale non devo far altro che seguitare la cresta superando alcune belle cime (facili) con la maggiore elevazione della Cima di Biasca (mt 2574) portandomi oltre questa sino alla sella del Passo del Mauro, punto di collegamento tra l’Alpe Cava (Val Pontirone) e l’Alpe Orz (Valle Osogna).
Giornata splendida… maniche corte lungo tutta la cresta… e panorama spaziale sulle innumerevoli cime e valli che si stagliano all’Orizzonte… Dal Monte Rosa al Bernina…
Così, per le 14,30, tranquillo tranquillo, raggiungo la Capanna Orz, anche questa una bella costruzione, ma un pochino più spartana della precedente… c’è tutto quanto: stufa a legna, stufa gas con fornelli e 6 posti letto… con spessi muri in sasso e pavimenti in piode che faticosamente si lasciano però riscaldare… un’ora buona di fumo prima che il tutto andasse in temperatura… riuscendo alla fine a raggiungere il tetto max di 14°… buoni per la nottata, se non che gli inquilini… marmotte o ghiri o topi… iniziassero la loro processione non stop…
Cric, cric, cric, frrrr e trrrr… rosicchiare e correre instancabilmente per tutta la notte…
Comunque passata la nottata, per lo più insonne, riprendo conoscenza con una forte dose di caffè prima di puntare alla massiccia Cima di Orz, compatto castello roccioso sovrastante il rifugio.
Percorsi segnalati non ce ne sono, ma, sfruttando il canale roccioso (facile), senza alcun problema arrivo alla Bocchetta Alta oltre la quale continuo sulla gradinata spalla che in circa mezz’ora mi permette di raggiungere la Cima di Orz... il Torrone d’Orza.
Splendido panorama anche da qui, su tutta la Valle Osogna… ora devrò discenderla tutta quanta… e sulla frastagliata impervia cresta dei Torroni… dal Basso all’Alto… una via alpinistica di tutto rispetto.
Pausa contemplativa con foto a “nastro”, autoscatto… selfie è troppo avanti per i miei tempi… e giù, verso un ritorno alla “civiltà”…
Ciao Osogna, dopo un tre giorni di assoluto relax, mi tocca lasciarti… ricordandomi però di riconsegnare la chiave… un vero peccato!!!
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