Cima di Valpianella
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La Cima di Valpianella (o Cima dei Piazzotti Occidentale) è una meta molto frequentata per la sua totale facilità di avvicinamento e la buona posizione centrale ai fini dell'osservazione dei panorami. Questo anello che si descrive è solo un espediente per una lunga visita ai versanti di confine fra la provincia di Bergamo (Val Brembana) e la provincia di Sondrio (Valle del Bitto di Albaredo e Valgerola): vari accessi molto più diretti sono disponibili. Assolutamente da evitare in presenza di neve abbondante.
Dal piazzale di Cà S.Marco si imbocca il sentiero che inizia fra due tralicci dell'alta tensione e si avvia in direzione del Passo Verrobbio (via di ritorno). Ben presto si incontra la deviazione a sinistra del Sentiero 101: si scende rapidamente alla conca paludosa dei Piani dell'Acqua Nera per poi continuare in un'alternanza di saliscendi la traversata in territorio bergamasco. In vista degli affollati Piani dell'Avaro, si oltrepassa il bivio per i Laghetti di Ponteranica, e si prosegue sotto le guglie del Monte Valletto fino a raggiungere il Passo dell'Avaro (o Passo Salmurano Orientale): verso nord si apre il panorama sul circo terminale della Valgerola e il settore di Alpi Retiche comprendente i gruppi Masino, Disgrazia, Bernina e Scalino. Seguendo il filo di cresta caratterizzato dalla presenza di una trincea della Linea Cadorna, si scende al Passo Salmurano (Occidentale); aggirata in costa la bastionata rocciosa (Cima dei Piazzotti Orientale) che sostiene l'altopiano del Rifugio Benigni, ci si infila in un umido canale roccioso con tracce di sentiero che risale fino a raggiungere il sentiero proveniente dalla Bocchetta di Valpianella: verso destra in breve si arriva al visibile rifugio. Nei pressi del vicino Lago dei Piazzotti è indicata la direzione per la Cima di Valpianella: un comodo sentiero manmano più sassoso permette di raggiungere la vetta, sormontata da un'alta croce metallica. Tornati al Rifugio Benigni, si individua verso nord una traccia labile (segnale a vernice su di un masso) che si dirige alla gola che immette in Val Tronella: il sentiero non è molto frequentato, ma abbastanza agibile fra blocchi rocciosi e pietrame mobile [Piuttosto ambito il transito scialpinistico, dove il passaggio-chiave spesso ghiacciato è assistito da un ancoraggio per eventuali calate su corda]. Sempre più comodamente si arriva al fondo della valletta, dominato a sinistra dallo scenografico Torrione di Mezzaluna, fino a raggiungere il piccolo invaso artificiale della Sorgente. I segnali a vernice si sdoppiano (quelli di sinistra sbiaditi e poco visibili accompagnano a Pescegallo, al termine della provinciale della Valgerola) e, tornando a salire attorno alle guglie del "Filun de la Rocca" (o Denti della Vecchia o Rocca di Pescegallo), si affronta un recente tratto attrezzato (in corrispondenza di una propedeutica palestrina di roccia) che conduce ad attraversare una zona di vecchi paravalanghe fino a sbucare alla piana di Salmurano nei pressi dell'omonimo rifugio. Sul lato posteriore dell'edificio (a valle) si ritrova la prosecuzione del sentiero, che dapprima raggiunge l'imbocco di una pista da sci, poi continua fra i paravalanghe con una breve traversata nel bosco fino a convergere in una pista forestale sterrata; la si segue in salita fino a raggiungere le costruzioni di servizio alla Diga di Pescegallo. Attraversando tutto il coronamento della diga, si imbocca il ripido e sassoso sentiero che, superata una serie di tornanti, va a raggiungere lo stretto intaglio del Forcellino, frequentata comunicazione con la Val Bomino. Sull'altro versante, ad una iniziale veloce discesa segue una traversata lungo colate detritiche e rada vegetazione, che accompagna fino al piccolo Lago del Verrobbio; in pochi passi si sale quindi al Passo Verrobbio, caratterizzato dalla presenza di notevoli resti della Linea Cadorna e affacciato di nuovo sulla val Brembana. Si prosegue percorrendo il largo sentiero n° 161 che scende fino ad intersecare il Sentiero delle Orobie Occidentali n° 101, nel punto evidenziato all'andata, ormai in vista di Cà S.Marco.
Dal piazzale di Cà S.Marco si imbocca il sentiero che inizia fra due tralicci dell'alta tensione e si avvia in direzione del Passo Verrobbio (via di ritorno). Ben presto si incontra la deviazione a sinistra del Sentiero 101: si scende rapidamente alla conca paludosa dei Piani dell'Acqua Nera per poi continuare in un'alternanza di saliscendi la traversata in territorio bergamasco. In vista degli affollati Piani dell'Avaro, si oltrepassa il bivio per i Laghetti di Ponteranica, e si prosegue sotto le guglie del Monte Valletto fino a raggiungere il Passo dell'Avaro (o Passo Salmurano Orientale): verso nord si apre il panorama sul circo terminale della Valgerola e il settore di Alpi Retiche comprendente i gruppi Masino, Disgrazia, Bernina e Scalino. Seguendo il filo di cresta caratterizzato dalla presenza di una trincea della Linea Cadorna, si scende al Passo Salmurano (Occidentale); aggirata in costa la bastionata rocciosa (Cima dei Piazzotti Orientale) che sostiene l'altopiano del Rifugio Benigni, ci si infila in un umido canale roccioso con tracce di sentiero che risale fino a raggiungere il sentiero proveniente dalla Bocchetta di Valpianella: verso destra in breve si arriva al visibile rifugio. Nei pressi del vicino Lago dei Piazzotti è indicata la direzione per la Cima di Valpianella: un comodo sentiero manmano più sassoso permette di raggiungere la vetta, sormontata da un'alta croce metallica. Tornati al Rifugio Benigni, si individua verso nord una traccia labile (segnale a vernice su di un masso) che si dirige alla gola che immette in Val Tronella: il sentiero non è molto frequentato, ma abbastanza agibile fra blocchi rocciosi e pietrame mobile [Piuttosto ambito il transito scialpinistico, dove il passaggio-chiave spesso ghiacciato è assistito da un ancoraggio per eventuali calate su corda]. Sempre più comodamente si arriva al fondo della valletta, dominato a sinistra dallo scenografico Torrione di Mezzaluna, fino a raggiungere il piccolo invaso artificiale della Sorgente. I segnali a vernice si sdoppiano (quelli di sinistra sbiaditi e poco visibili accompagnano a Pescegallo, al termine della provinciale della Valgerola) e, tornando a salire attorno alle guglie del "Filun de la Rocca" (o Denti della Vecchia o Rocca di Pescegallo), si affronta un recente tratto attrezzato (in corrispondenza di una propedeutica palestrina di roccia) che conduce ad attraversare una zona di vecchi paravalanghe fino a sbucare alla piana di Salmurano nei pressi dell'omonimo rifugio. Sul lato posteriore dell'edificio (a valle) si ritrova la prosecuzione del sentiero, che dapprima raggiunge l'imbocco di una pista da sci, poi continua fra i paravalanghe con una breve traversata nel bosco fino a convergere in una pista forestale sterrata; la si segue in salita fino a raggiungere le costruzioni di servizio alla Diga di Pescegallo. Attraversando tutto il coronamento della diga, si imbocca il ripido e sassoso sentiero che, superata una serie di tornanti, va a raggiungere lo stretto intaglio del Forcellino, frequentata comunicazione con la Val Bomino. Sull'altro versante, ad una iniziale veloce discesa segue una traversata lungo colate detritiche e rada vegetazione, che accompagna fino al piccolo Lago del Verrobbio; in pochi passi si sale quindi al Passo Verrobbio, caratterizzato dalla presenza di notevoli resti della Linea Cadorna e affacciato di nuovo sulla val Brembana. Si prosegue percorrendo il largo sentiero n° 161 che scende fino ad intersecare il Sentiero delle Orobie Occidentali n° 101, nel punto evidenziato all'andata, ormai in vista di Cà S.Marco.
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