Cima Ventolaro, Massa del Turlo, Monte Ostano, Cima Camossaro, Cima della Bonda, 3 Croci
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Il Signore degli Anelli ...
Oggi il mio obiettivo primario è la Massa del Turlo e la voglia di salire e scendere effettuando un giro ad anello mi "costringe" a partire più distante rispetto al normale, poi la curiosità dell'ultimo minuto mi farà allungare ulteriormente il giro.
Il ghiaccio sulle macchine parcheggiate a Barattina testimonia la temperatura frizzante di questa mattina (1 grado alle 7:30) ma parto fiducioso che il sole scalderà per bene tutto l'ambiente. Da subito il sentiero è ben segnato e complice anche la stupenda giornata, mi godo con tranquillità le belle frazioni che si attraversano prima di arrivare alla Sella Vaneccio.
L'ottima vista su tutto il circondario è in netto contrasto con l'ultima uscita di sabato al Pizzo di Prata e ciò non fa che accresce in me il senso di ammirazione per il panorama. In particolar modo oggi la mia attenzione è attratta dal Tagliaferro che si staglia imponente al "fianco" del Monte Rosa (da questa prospettiva) e dalla cresta tra il Monte Forcolaccia e la Cima di Romeo, una probabile futura meta.
Passando dal Monte Ventolaro proseguo sulla dorsale fino in vetta alla Massa del Turlo e poi sempre lungo la dorsale proseguo per la Bassa del Campo. Saluto una mucca sdraiata che fa la ... svaccata (scusate non ho saputo resistere alla battutaccia) e raggiungo il Monte Croce da cui parte la dorsale di discesa ... quasi discesa, visto che risalirò al Monte Ostano (con una breve e sana ravanata tra i rododendri) e poi sulla Cima di Camossaro.
Da qui inizia la discesa verso Camasco, all'inizio abbastanza decisa su prati (con traccia sempre grosso modo visibile a parte il primo tratto subito sotto la vetta) e poi dalla Sella di Rolate più tranquilla in mezzo al bosco.
Una panchina e una fontana sono due ottime compagne per una bella pausa prima di riprendere il cammino su asfalto per raggiungere le case di Pozzallo dove si riprende a salire verso Verzimo (sentiero non subito evidente). Arrivato a Verzimo, sto meditando sul da farsi visto che mi piacerebbe andare a vedere il Monte Tre Croci, presumendo che sia un bel balcone sul Sacro Monte di Varallo.
Sono in fase "mumble ... mumble" davanti ad una stradina senza indicazioni e non segnata sulla mappa che ho con me quando arrivano due local a cui chiedo informazioni. Scopro che la stradina è un buon sentiero per il 3 Croci (e tra l'altro mi permetterà di passare anche dalla Cima della Bonda ... inutile vetta ... ma pur sempre segnata sulla cartina) e che le tempistiche, secondo il local, sono esattamente quelle che mi era dato come limite di rientro alla macchina.
La giornata è ottima, le gambe e i piedi sembrano essere in uno stato di grazia e le tempistiche perfette: non mi resta che andare e allungare il giro. Parto baldanzoso e arrivo sul 3 Croci ... deluso che sia una cima trascurata e tutta boscosa, quindi di fatto con panorama nullo. Ma ormai ci sono arrivato e, come sempre, per sapere come è fatta una cosa bisogna andarci di persona.
Ora non mi resta che rientrare a Barattina cercando di fare meno strada possibile visto che ormai i chilometri nelle gambe (ma soprattutto nei piedi) sono tanti. Incrociata la strada asfaltata proveniente da Verzimo, incontro altri due local che mi indicano un sentiero che mi permetterà di scendere direttamente verso il fiume evitando un lungo giro su asfalto: sentiero che senza le indicazioni non avrei cercato visto che non compariva sulle mappe (neanche quelle del gps) ... anche se forse alla fine avrei tentato di tagliare dritto "ad cazzum" per i boschi piuttosto che l'asfalto.
Mi innesto su un tratto del Sentiero SPG, nei pressi della Cappella di San Pantaleone e da qui proseguendo verso nord vado alla ricerca dell'unico ponte che finalmente mi farà tornare a Barattina.
Oggi il mio obiettivo primario è la Massa del Turlo e la voglia di salire e scendere effettuando un giro ad anello mi "costringe" a partire più distante rispetto al normale, poi la curiosità dell'ultimo minuto mi farà allungare ulteriormente il giro.
Il ghiaccio sulle macchine parcheggiate a Barattina testimonia la temperatura frizzante di questa mattina (1 grado alle 7:30) ma parto fiducioso che il sole scalderà per bene tutto l'ambiente. Da subito il sentiero è ben segnato e complice anche la stupenda giornata, mi godo con tranquillità le belle frazioni che si attraversano prima di arrivare alla Sella Vaneccio.
L'ottima vista su tutto il circondario è in netto contrasto con l'ultima uscita di sabato al Pizzo di Prata e ciò non fa che accresce in me il senso di ammirazione per il panorama. In particolar modo oggi la mia attenzione è attratta dal Tagliaferro che si staglia imponente al "fianco" del Monte Rosa (da questa prospettiva) e dalla cresta tra il Monte Forcolaccia e la Cima di Romeo, una probabile futura meta.
Passando dal Monte Ventolaro proseguo sulla dorsale fino in vetta alla Massa del Turlo e poi sempre lungo la dorsale proseguo per la Bassa del Campo. Saluto una mucca sdraiata che fa la ... svaccata (scusate non ho saputo resistere alla battutaccia) e raggiungo il Monte Croce da cui parte la dorsale di discesa ... quasi discesa, visto che risalirò al Monte Ostano (con una breve e sana ravanata tra i rododendri) e poi sulla Cima di Camossaro.
Da qui inizia la discesa verso Camasco, all'inizio abbastanza decisa su prati (con traccia sempre grosso modo visibile a parte il primo tratto subito sotto la vetta) e poi dalla Sella di Rolate più tranquilla in mezzo al bosco.
Una panchina e una fontana sono due ottime compagne per una bella pausa prima di riprendere il cammino su asfalto per raggiungere le case di Pozzallo dove si riprende a salire verso Verzimo (sentiero non subito evidente). Arrivato a Verzimo, sto meditando sul da farsi visto che mi piacerebbe andare a vedere il Monte Tre Croci, presumendo che sia un bel balcone sul Sacro Monte di Varallo.
Sono in fase "mumble ... mumble" davanti ad una stradina senza indicazioni e non segnata sulla mappa che ho con me quando arrivano due local a cui chiedo informazioni. Scopro che la stradina è un buon sentiero per il 3 Croci (e tra l'altro mi permetterà di passare anche dalla Cima della Bonda ... inutile vetta ... ma pur sempre segnata sulla cartina) e che le tempistiche, secondo il local, sono esattamente quelle che mi era dato come limite di rientro alla macchina.
La giornata è ottima, le gambe e i piedi sembrano essere in uno stato di grazia e le tempistiche perfette: non mi resta che andare e allungare il giro. Parto baldanzoso e arrivo sul 3 Croci ... deluso che sia una cima trascurata e tutta boscosa, quindi di fatto con panorama nullo. Ma ormai ci sono arrivato e, come sempre, per sapere come è fatta una cosa bisogna andarci di persona.
Ora non mi resta che rientrare a Barattina cercando di fare meno strada possibile visto che ormai i chilometri nelle gambe (ma soprattutto nei piedi) sono tanti. Incrociata la strada asfaltata proveniente da Verzimo, incontro altri due local che mi indicano un sentiero che mi permetterà di scendere direttamente verso il fiume evitando un lungo giro su asfalto: sentiero che senza le indicazioni non avrei cercato visto che non compariva sulle mappe (neanche quelle del gps) ... anche se forse alla fine avrei tentato di tagliare dritto "ad cazzum" per i boschi piuttosto che l'asfalto.
Mi innesto su un tratto del Sentiero SPG, nei pressi della Cappella di San Pantaleone e da qui proseguendo verso nord vado alla ricerca dell'unico ponte che finalmente mi farà tornare a Barattina.
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Andrea!
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