Sfruttando queste belle giornate di settembre ho deciso di visitare la Valle di Cranzunell situata sopra Bignasco sfruttando quanto scritto da Brenna nel suo libro sugli alpi della Val Bavona e dalla relazione di Seger che qualche settimana fa è passato da qui.
Posteggiata l'auto di fronte alla stazione dei bus della FART ho cercato la partenza del sentiero lungo la strada di sponda destra della Bavona, essa si trova in cima ad una scala di granito di recente costruzione in corrispondenza del numero civico 21. Si inizia quindi la salita che percorrendo numerose scalinate, transitando davanti ad alcune costruzioni sottoroccia porta alla prima cappella da dove si può osservare Cavergno dall'alto. Proseguendo verso l'alto del prato e passando su alcune piodate dove sono state scavate le pedane per facilitare il passo si arriva, con alcune altre scalinate alla Cappella di Piodau che presenta un bel portico dove sostare. Da qui a sinistra si prosegue verso Secc mentre io proseguo a destra entrando nel bosco dove poco dopo si passa dal nucleo abbandonato di Piodau e successivamente di Fontanella, anch'esso ormai in stato di degrado. Da qui in avanti il sentiero prosegue abbastanza pianeggante lungo la costa sopra la Bavona fino a piegare, superando ancora delle belle scalinate, per entrare nella Valle di Cranzunell e poi sempre in maniera regolare fino ad attraversare il Ri di Cranzunell.
Il sentiero continua a salire nel bosco fino a raggiungere il Corte di Fondo (1398 m.s.m), appena a destra delle cascine dove su una pianta si trova un simpatico cartello indicatore e su un sasso il teschio di una capra il sentiero prosegue alzandosi deciso nel bosco; da segnalare una scala di notevoli dimensioni purtroppo parzialmente franata che permette di superare un passaggio obbligato prima di raggiungere il Corte di Mezzo (1734 m.s.m.). Da segnalare che lungo tutto il percorso l'unico punto dove si trova dell'acqua fresca è qui se non si considera il guado del Ri di Cranzunell, quindi prevedere le scorte sufficienti per non restarene sprovvisti. Da segnalare che la cascina più avanzata di questo corte che negli scorsi anni era segnalata come diroccata è invece stata competamente recuperata dalla Fondazione Valle Bavona come pure degno di ringraziamento è il lavoro fatto per il recupero di tutti i sentieri sia sul percorso principale sia per quelli che in orrizontale dai vari corti garantiscono il collegamento verso le altri valli; tutto è perfettamente tagliato e nel bosco vi sono numerosi ometti di sasso che aiutano a seguire il percorso.
Dopo aver approfittato della bella vista sulla Val Lavizzara si riparte a destra delle cascine per arrivare attraverso i pascoli in un ambiente molto almpio al Corte di Cima (2040 m.s.m.). Anche qui il lavoro di recupero degli stabili è notevole e merita i complimenti a chi sta recuperando questi posti testimoni del passato di grandi sforzi. Bello il biotopo che si trova a fianco delle cascine come pure la vista sulle montagne circostanti dominate dal Madone di Camedo di cui si vede la croce di cima.
NOTA: durante tutta l'escursione non ho incontrato nessun'altra persona, il segnale del cellulare è comunque sempre presente. La difficoltà T3 è per l'ambiente in cui si svolge l'escursione, il sentiero è invece sempre facilmente visibile visto il lavoro di sfalcio eseguito.
Kommentare