Punta Marinelli (3182m)
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zar...oggi decido per la Valmalenco, sono solo e mi muovo veloce ed in autonomia.
A Campo Moro parcheggio nell'ampio spiazzo del Rifugio Poschiavino…sono le 07:38.
Attraverso il coronamento della diga, scendendo sul lato opposto, su una strada sterrata con un paio di tornanti fino ad una piazzola da dove (presente palina) parte il sentiero che risale ripido l'aspro versante meridionale del Sasso Moro.
In questo tratto trovo un paio di semplici tratti attrezzati con catene e rudimentali ringhiere…più che altro una forma di sicurezza.
Al termine della salita piego a destra ed inizio una lunga traversata, salendo e scendendo molto moderatamente, fino ad uscire all’aperto dai larici ed a proseguire sul sentiero della 5a tappa dell'Alta Via della Valmalenco.
Ora la fatica inizia a farsi sentire…risalgo, ripidamente, una serie di dossi che conducono al rifugio Carate-Brianza sempre ben visibile già da lunga distanza.
Alle spalle del rifugio salgo alla vicinissima e panoramicissima Bocchetta delle Forbici e, da qui, uno spettacolo della natura mi si para davanti…lo splendido anfiteatro del Bernina (italiano)...
Continuo a seguire, scendendo a destra, i triangoli gialli ed i bolli bianco/rossi e proseguo nel vallone di Scerscen, stando alto (sopra il Lago delle Forbici) verso nord-nord-ovest ed aggirando uno sperone roccioso.
Piego gradualmente prima a destra (est) poi leggermente a sinistra, fino a scorgere lo scuro sperone sulla cui cima è posto il rifugio Marinelli-Bombardieri.
La traccia volge bruscamente a sinistra, ignoro la deviazione a destra per la bocchetta di Caspoggio ed il passo Marinelli Orientale e salgo con ripidi tornantini fino al grande rifugio.
Sulla destra dell’edificio, alle sue spalle, seguo le indicazioni del cartello che segnala il rifugio Marco e Rosa, e, dopo un primo tratto abbastanza evidente, comincio a salire, molto intuitivamente, fra sfasciumi e radi nevaietti, in direzione nord-est.
Numerosi sono, comunque, i segnavia e gli ometti di pietra che mi aiutano ad individuare il percorso meno faticoso fra gli sfasciumi ed i roccioni a tratti piuttosto instabili.
Tengo la direzione per il passo Marinelli orientale, stando a destra e già scorgendo la cresta di salita per la cima.
Una piccola depressione verso la vedretta di Fellaria, con un bel laghetto ghiacciato, e poi sui lastroni di cresta avendo la prudenza di non sporgermi troppo a destra sul versante molto esposto.
Ancora qualche facile roccia e, finalmente, sono alla Punta Marinelli, dove mi attende la statuetta della Madonna.
Alcune note:
_sono salito con scarpe tecniche da avvicinamento;
_avevo con me picozza e ramponcini inutilizzati;
_ho attraversato, anche per evitare rocce instabili, tre/quattro nevaietti ben consolidati;
_il tratto maggiormente impegnativo ed esposto è quello dal Rif.Marinelli alla Punta (il fondo è molto roccioso, discretamente pendente e servono buone capacità di orientamento e di individuazione dei riferimenti);
_lo sviluppo complessivo ed il dispendio energetico sono importanti (si “balla” per otto ore);
_il dislivello positivo è condizionato da numerosi saliscendi.
A Campo Moro parcheggio nell'ampio spiazzo del Rifugio Poschiavino…sono le 07:38.
Attraverso il coronamento della diga, scendendo sul lato opposto, su una strada sterrata con un paio di tornanti fino ad una piazzola da dove (presente palina) parte il sentiero che risale ripido l'aspro versante meridionale del Sasso Moro.
In questo tratto trovo un paio di semplici tratti attrezzati con catene e rudimentali ringhiere…più che altro una forma di sicurezza.
Al termine della salita piego a destra ed inizio una lunga traversata, salendo e scendendo molto moderatamente, fino ad uscire all’aperto dai larici ed a proseguire sul sentiero della 5a tappa dell'Alta Via della Valmalenco.
Ora la fatica inizia a farsi sentire…risalgo, ripidamente, una serie di dossi che conducono al rifugio Carate-Brianza sempre ben visibile già da lunga distanza.
Alle spalle del rifugio salgo alla vicinissima e panoramicissima Bocchetta delle Forbici e, da qui, uno spettacolo della natura mi si para davanti…lo splendido anfiteatro del Bernina (italiano)...
Continuo a seguire, scendendo a destra, i triangoli gialli ed i bolli bianco/rossi e proseguo nel vallone di Scerscen, stando alto (sopra il Lago delle Forbici) verso nord-nord-ovest ed aggirando uno sperone roccioso.
Piego gradualmente prima a destra (est) poi leggermente a sinistra, fino a scorgere lo scuro sperone sulla cui cima è posto il rifugio Marinelli-Bombardieri.
La traccia volge bruscamente a sinistra, ignoro la deviazione a destra per la bocchetta di Caspoggio ed il passo Marinelli Orientale e salgo con ripidi tornantini fino al grande rifugio.
Sulla destra dell’edificio, alle sue spalle, seguo le indicazioni del cartello che segnala il rifugio Marco e Rosa, e, dopo un primo tratto abbastanza evidente, comincio a salire, molto intuitivamente, fra sfasciumi e radi nevaietti, in direzione nord-est.
Numerosi sono, comunque, i segnavia e gli ometti di pietra che mi aiutano ad individuare il percorso meno faticoso fra gli sfasciumi ed i roccioni a tratti piuttosto instabili.
Tengo la direzione per il passo Marinelli orientale, stando a destra e già scorgendo la cresta di salita per la cima.
Una piccola depressione verso la vedretta di Fellaria, con un bel laghetto ghiacciato, e poi sui lastroni di cresta avendo la prudenza di non sporgermi troppo a destra sul versante molto esposto.
Ancora qualche facile roccia e, finalmente, sono alla Punta Marinelli, dove mi attende la statuetta della Madonna.
Alcune note:
_sono salito con scarpe tecniche da avvicinamento;
_avevo con me picozza e ramponcini inutilizzati;
_ho attraversato, anche per evitare rocce instabili, tre/quattro nevaietti ben consolidati;
_il tratto maggiormente impegnativo ed esposto è quello dal Rif.Marinelli alla Punta (il fondo è molto roccioso, discretamente pendente e servono buone capacità di orientamento e di individuazione dei riferimenti);
_lo sviluppo complessivo ed il dispendio energetico sono importanti (si “balla” per otto ore);
_il dislivello positivo è condizionato da numerosi saliscendi.
Tourengänger:
zar
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