Spigolo Nord al Pizzo Badile
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Salita sognata, programmata, desiderata, temuta.
Sotto un accogliente diluvio entriamo in val Bondasca e saliamo in macchina fino a Laret, quando il temporale finisce ci incamminiamo e percorrendo un sentiero curatissimo in poco tempo arriviamo al rifugio Sasc Furà. Appena prima di giungervi ci appare stagliato nel cielo l'affilato ed elegante spigolo del Badile, che visione.
Posati gli zaini prima di cenare saliamo fino alla fine del bosco per poter ammirare meglio l'ambiente grandioso in cui siamo immersi e vedere da più vicino cosa ci aspetterà l'indomani.
Post cena in stile monaci amanuensi con Poty che trascrive relazione e schizzo della via dimenticti in macchina.
Giovedì mattina la sveglia suona presto, alle 4.15 siamo già in marcia verso l'attacco dello spigolo che raggiungiamo alle prime luci dell'alba percorrendo placconate, gande e nevai.
Come programmato ciascuno salirà da primo circa un terzo della via, io la prima parte, poi Riki e infine a Poty l'onore di toccare per primo la cima.
La salita è indescrivibile, una lunghissima cavalcata, interminabile oserei dire, non si è mai in cima e la piramide di vetta appare proprio quando ormai si è arrivati. Arrampicare su questi gradi e su questa roccia è un vero piacere, si è immersi in un ambiente grandioso, a picco su pareti impressionanti, percorse da vie incredibili e come se non bastasse abbiamo avuto la grazia di essere gli unici impegnati lungo lo spigolo, una vera fortuna.
Giunti in cima però si è solo a metà dell'opera, bisogna scendere prima fino alla Gianetti e poi ancora più giù fino a Bagni di Masino, sempre immersi in un ambiente grandioso, stanchi morti ma molto più leggeri, carichi di una bella allegria per la giornata appena trascorsa.

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