Pizzo Arera (m 2512): anello dalle Baite di Mezzeno.
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Il monarca delle Prealpi bergamasche, così è soprannominato il Pizzo Arera. Un imponente monte che con il roccioso versante nord (di conformazione quasi dolomitica) domina la Val Canale; mentre il versante meridionale degrada più dolcemente verso la Valle Brembana, nella conca prativa di Zambla Alta e Oltre il Colle.
La salita che descrivo è la via che raggiunge la vetta per la cresta nord.
La letteratura descrive anche dell’ampio panorama che si potrebbe godere dalla vetta. Ma oggi la visibilità è scarsa, nubi da condensa, avvolgono il monte, e a malapena si riesce scorgere la Val Canale.
LOCALITA' DI PARTENZA. Baite di Mezzeno, Capovalle (Frazione di Roncobello) (m 1549, circa km 0.7 prima delle Baite). In auto si può arrivare fino alle Baite di Mezzeno (m 1600), ma in questa stagione il luogo è piuttosto affollato e l’auto bisogna lasciarla lungo la strada, al primo buco libero.
DIFFICOLTÀ. T4+ Percorso per escursionisti esperti con un breve tratto, per risalire un canalino) in cui bisogna aiutarsi con le mani (I grado)., aiutati da dei fittoni metallici. In discesa, lungo la via che sale dal Rifugio Capanna 2000, un breve tratto è attrezzato con funi d’acciaio e staffe.
QUOTA MASSIMA: m 2512, la vetta del Pizzo Arera.
QUOTA MINIMA: m 1549, dove abbiamo lasciato l’auto..
SVILUPPO: km 15,5.
TEMPO TOTALE, comprese le soste: 7h 35’
TEMPO DI SALITA: 3h 15’
TEMPO DI DISCESA: 3h 35’
NOTE SUL PERCORSO. L’attacco classico alla via avviene dalla Val Canale (Rifugio Alpe Corte), ma abbiamo preferito partire dal versante Brembano per fare un anello, coinvolgendo nell’escursione anche il sentiero dei fiori.
Dalle Baite di Mezzeno si segue il sentiero 219 per il Passo del Branchino (indicato ad un’ora di cammino). Giunti in vista del Passo, senza raggiungerlo, si prosegue in direzione sud seguendo il sentiero sotto la parete della Corna Pina, puntando verso la Bocchetta di Corna Piana (m 2078). Raggiunta la Bocchetta, si perde leggermente quota sul versante opposto, tenendosi sulla sinistra, e si risale il vallone del Mandrone seguendo la traccia di sentiero (244) che porta al Rifugio Capanna 2000. A circa quota 2055, poco evidente, sulle sinistra si stacca una traccia tracia, inizialmente poco segnalata, poi, più avanti la segnatura riprendente ad essere abbondante (bolli di vernice e ometti). A quota 2220, cica, si incontra un cartello che indica la direzione e l’inizio del “sentiero alpinistico”. Si risale l’ampio crestone fino ad arrivare ad un salto di roccia, si attraversa a sinistra e si giunge alla base di un canalino – ben bollato, e dotato di fittoni in acciaio, forse in passato c’erano delle catene – che si risale in facile arrampicata (I grado). Percorsa una breve cengia, si supera con qualche passo in arrampicata un tratto verticale, per portarsi sul tratto terminale della cresta e, in breve, alla vetta.
Per la discesa abbiamo percorso il crestone sud: la via normale che sale dal Rifugio Capanna 2000. Si inizia perdendo quota zigzagando sul ripido pendio. Superato questo primo tratto si attraversa una fessura attrezzata con alcune staffe e funi metalliche, per poi riprendere quota fino a portarsi sotto l’anticima. Si prosegue scendendo per una fessura attrezzata con staffe metalliche e funi, da qui per ripidi zig zag, si arriva al Rifugio.
Il rientro alle Baite di Mezzeno, avviene percorrendo il sentiero dei fiori (n 222), che si imbocca dopo avere percorso un breve tratto di carrareccia in discesa: si stacca, molto evidente sulla destra. Il sentiero percorre il versante ovest del Pizzo, mantenendosi a lunga ad una quota di m 1820/1850, fino a raggiungere il Passo di Val Vedra (m 1849) e, successivamente, sotto il Passo del Branchino, si ricongiunge con la traccia di salita.
METEO. Inizialmente soleggiato, poi disturbato da dense nubi da condensa che hanno avvolto completamente le creste.
COMPAGNI:Andrea.
La salita che descrivo è la via che raggiunge la vetta per la cresta nord.
La letteratura descrive anche dell’ampio panorama che si potrebbe godere dalla vetta. Ma oggi la visibilità è scarsa, nubi da condensa, avvolgono il monte, e a malapena si riesce scorgere la Val Canale.
LOCALITA' DI PARTENZA. Baite di Mezzeno, Capovalle (Frazione di Roncobello) (m 1549, circa km 0.7 prima delle Baite). In auto si può arrivare fino alle Baite di Mezzeno (m 1600), ma in questa stagione il luogo è piuttosto affollato e l’auto bisogna lasciarla lungo la strada, al primo buco libero.
DIFFICOLTÀ. T4+ Percorso per escursionisti esperti con un breve tratto, per risalire un canalino) in cui bisogna aiutarsi con le mani (I grado)., aiutati da dei fittoni metallici. In discesa, lungo la via che sale dal Rifugio Capanna 2000, un breve tratto è attrezzato con funi d’acciaio e staffe.
QUOTA MASSIMA: m 2512, la vetta del Pizzo Arera.
QUOTA MINIMA: m 1549, dove abbiamo lasciato l’auto..
SVILUPPO: km 15,5.
TEMPO TOTALE, comprese le soste: 7h 35’
TEMPO DI SALITA: 3h 15’
TEMPO DI DISCESA: 3h 35’
NOTE SUL PERCORSO. L’attacco classico alla via avviene dalla Val Canale (Rifugio Alpe Corte), ma abbiamo preferito partire dal versante Brembano per fare un anello, coinvolgendo nell’escursione anche il sentiero dei fiori.
Dalle Baite di Mezzeno si segue il sentiero 219 per il Passo del Branchino (indicato ad un’ora di cammino). Giunti in vista del Passo, senza raggiungerlo, si prosegue in direzione sud seguendo il sentiero sotto la parete della Corna Pina, puntando verso la Bocchetta di Corna Piana (m 2078). Raggiunta la Bocchetta, si perde leggermente quota sul versante opposto, tenendosi sulla sinistra, e si risale il vallone del Mandrone seguendo la traccia di sentiero (244) che porta al Rifugio Capanna 2000. A circa quota 2055, poco evidente, sulle sinistra si stacca una traccia tracia, inizialmente poco segnalata, poi, più avanti la segnatura riprendente ad essere abbondante (bolli di vernice e ometti). A quota 2220, cica, si incontra un cartello che indica la direzione e l’inizio del “sentiero alpinistico”. Si risale l’ampio crestone fino ad arrivare ad un salto di roccia, si attraversa a sinistra e si giunge alla base di un canalino – ben bollato, e dotato di fittoni in acciaio, forse in passato c’erano delle catene – che si risale in facile arrampicata (I grado). Percorsa una breve cengia, si supera con qualche passo in arrampicata un tratto verticale, per portarsi sul tratto terminale della cresta e, in breve, alla vetta.
Per la discesa abbiamo percorso il crestone sud: la via normale che sale dal Rifugio Capanna 2000. Si inizia perdendo quota zigzagando sul ripido pendio. Superato questo primo tratto si attraversa una fessura attrezzata con alcune staffe e funi metalliche, per poi riprendere quota fino a portarsi sotto l’anticima. Si prosegue scendendo per una fessura attrezzata con staffe metalliche e funi, da qui per ripidi zig zag, si arriva al Rifugio.
Il rientro alle Baite di Mezzeno, avviene percorrendo il sentiero dei fiori (n 222), che si imbocca dopo avere percorso un breve tratto di carrareccia in discesa: si stacca, molto evidente sulla destra. Il sentiero percorre il versante ovest del Pizzo, mantenendosi a lunga ad una quota di m 1820/1850, fino a raggiungere il Passo di Val Vedra (m 1849) e, successivamente, sotto il Passo del Branchino, si ricongiunge con la traccia di salita.
METEO. Inizialmente soleggiato, poi disturbato da dense nubi da condensa che hanno avvolto completamente le creste.
COMPAGNI:Andrea.
Tourengänger:
Alberto C.

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