Traversata del Passo del Muretto
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Doveva essere una cima di neve, in altra data e con altra compagnia. Invece un doloroso infortunio muscolare mi ha costretto a rinunciare. Il motivo dell'infortunio? Lasciamo perdere .... l'età non è una garanzia, anche a 50 anni la stupidaggine è sempre in agguato.
Una settimana dopo ridimensiono gli obiettivi. Da anni dei conoscenti di Monza mi dicono che questa traversata è fattibile in giornata con i mezzi pubblici. Al sabato recupero uno di questi conoscenti e domenica mattina dopo aver preso il treno per Sondrio e l'autobus da Sondrio arriviamo a Chiareggio alle 10. Partiamo tra due ali di turisti ed escursionisti che commentano una certa "faccenda di rigori" e anche noi diciamo la nostra. La prima parte della salita è su stradina sterrata, tagliamo alcuni tornanti e usciamo dal bosco in vista dell'Alpe dell'Oro con bella veduta della parete nord del Monte Disgrazia. In seguito la sterrata diventa sentiero che si inoltra nella Valle del Muretto con alla testata il Passo del Muretto e sulla destra orografica la Cima Vezzeda. Verso il Passo il sentiero viaggia su pietraia, oggi in parte coperta da neve residua dalla quota di 2400 circa. Infine sbuca al Passo del Muretto, anch'esso innevato. Questo valico è stato molto utilizzato nel medioevo per trasportare il vino e altri beni di consumo verso la Svizzera mentre in anni più recenti è stato frequentato dai contrabbandieri.
Siamo saliti in 3 ore e 15 con qualche breve sosta fotografica, pensavamo di guadagnare un pò di più rispetto alla tabella a Chiareggio (3h30). Se vogliamo prendere il postale delle 16.44 dal Maloja e impieghiamo il tempo indicato dal cartello (2h e 3/4) ci dobbiamo concedere un veloce pasto e scendere al più tardi alle 14. All'inizio della discesa il sentiero non è il massimo, è un po' sconnesso e mal tracciato e punta verso il centro del vallone. Quando tende a scomparire ci viene il sospetto che non sia quello giusto. Traversiamo su erba e pietre verso destra e troviamo un grosso masso con un bel segnale bianco-rosso. Una traccia più battuta e segnata, con segni grandi ma messi con un pò di parsimonia, attraversa qualche pietraia, poi una conca oggi innevata, continua a scendere su terreno detritico verso l'ormai visibile lago Cavloc. Soltanto a Plan Canin, all'incrocio tra la Val Muretto svizzera e la Valle del Forno, il terreno si fa erboso. Raggiunto il lago Cavloc rimane da percorrere la comoda stradina che secondo tabelle in un'ora porta al passo del Maloja. Per essere sicuri di prendere il postale delle 16.44 dovremmo accellerare un pò il passo ma intanto abbiamo fatto conoscenza con Alessandra e Luca che gentilmente ci offrono un passaggio in auto e la nostra camminata finisce al parcheggio qualche minuto prima della strada del Maloja. Raggiunta in auto Chiavenna, saliamo sul primo treno per casa.
Una settimana dopo ridimensiono gli obiettivi. Da anni dei conoscenti di Monza mi dicono che questa traversata è fattibile in giornata con i mezzi pubblici. Al sabato recupero uno di questi conoscenti e domenica mattina dopo aver preso il treno per Sondrio e l'autobus da Sondrio arriviamo a Chiareggio alle 10. Partiamo tra due ali di turisti ed escursionisti che commentano una certa "faccenda di rigori" e anche noi diciamo la nostra. La prima parte della salita è su stradina sterrata, tagliamo alcuni tornanti e usciamo dal bosco in vista dell'Alpe dell'Oro con bella veduta della parete nord del Monte Disgrazia. In seguito la sterrata diventa sentiero che si inoltra nella Valle del Muretto con alla testata il Passo del Muretto e sulla destra orografica la Cima Vezzeda. Verso il Passo il sentiero viaggia su pietraia, oggi in parte coperta da neve residua dalla quota di 2400 circa. Infine sbuca al Passo del Muretto, anch'esso innevato. Questo valico è stato molto utilizzato nel medioevo per trasportare il vino e altri beni di consumo verso la Svizzera mentre in anni più recenti è stato frequentato dai contrabbandieri.
Siamo saliti in 3 ore e 15 con qualche breve sosta fotografica, pensavamo di guadagnare un pò di più rispetto alla tabella a Chiareggio (3h30). Se vogliamo prendere il postale delle 16.44 dal Maloja e impieghiamo il tempo indicato dal cartello (2h e 3/4) ci dobbiamo concedere un veloce pasto e scendere al più tardi alle 14. All'inizio della discesa il sentiero non è il massimo, è un po' sconnesso e mal tracciato e punta verso il centro del vallone. Quando tende a scomparire ci viene il sospetto che non sia quello giusto. Traversiamo su erba e pietre verso destra e troviamo un grosso masso con un bel segnale bianco-rosso. Una traccia più battuta e segnata, con segni grandi ma messi con un pò di parsimonia, attraversa qualche pietraia, poi una conca oggi innevata, continua a scendere su terreno detritico verso l'ormai visibile lago Cavloc. Soltanto a Plan Canin, all'incrocio tra la Val Muretto svizzera e la Valle del Forno, il terreno si fa erboso. Raggiunto il lago Cavloc rimane da percorrere la comoda stradina che secondo tabelle in un'ora porta al passo del Maloja. Per essere sicuri di prendere il postale delle 16.44 dovremmo accellerare un pò il passo ma intanto abbiamo fatto conoscenza con Alessandra e Luca che gentilmente ci offrono un passaggio in auto e la nostra camminata finisce al parcheggio qualche minuto prima della strada del Maloja. Raggiunta in auto Chiavenna, saliamo sul primo treno per casa.
Tourengänger:
andrea62
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