Lago Sabbioni, 2500 m (Val Formazza)
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In settimana Ilaria, essendo a casa da soli, propone di andare in Val Formazza, al Lago dei Sabbioni. Lei è da un po' di anni che manca dalla valle, quindi accolgo con piacere la proposta e l'occasione di rivedere questi cari luoghi.
Nei giorni precedenti ogni tanto si fa pendere dal timore di non riuscire ad arrivare a destinazione, prevedendo uno stop anticipato in caso di "scoppiatura".
Invece tutto va per il verso giusto.
Ligi, parcheggiamo sotto la diga del Morasco, anche se poi in fondo c'è mezzo mondo motorizzato.
Saliamo alla diga e costeggiamo il bel lago... oggi poi, è una giornata da 10 e lode: sole, zero nuvole, una bella arietta fresca... e l'acqua ha un colore spettacolare.
Giunti alla funivia Enel, prendiamo il sentiero "nuovo" che ha un tratto in comune con l'itinerario per il Bettelmatt (non il formaggio... che comunque da questo alpeggio prende il nome) e poi si stacca a sinistra, prima con un traverso,e poi salendo a tratti ripidamente e poco agevolmente, in una valletta che è quasi un giardino botanico.
Non si può sbagliare, basta restare nella valletta al termine della quale si sbuca leggermente alti sopra lo Zum Stock, un baitello dove si incrociano il sentiero da cui arriviamo noi, il vecchio sentiero, e quello che sale dritto-dritto verso il rifugio Città di Busto.
Noi attraversiamo il torrente e ci portiamo sul lato opposto della valle del Sabbione che si risale prima per pietraia, poi per un'ampia dorsale, fino all'ultimo strappetto che ci deposita sul pianoro dove si trovano l'ex rifugio Mores, l'arrivo della funivia Enel, e la baita del Mato Grosso... ancora pochi passi e davanti ai nostri occhi si apre lo spettacolo: il lago ancora ghiacciato in superficie, l'Arbola, l'Hohsand, il ripido versante dall'alto del quale domina il rifugio 3A.
Un panorama visto e rivisto ma che regala sempre qualche emozione... nella cornice di questa meravigliosa giornata poi...
Non può mancare l'incontro con Claudio, una vecchia conoscenza (nonchè gran cuoco) degli anni in cui venivo a dare una mano alla gestione dei rifugi. Quattro chiacchiere sono d'obbligo.
Consumati i nostri panini, con Macchia vado a fare il mio piccolo pellegrinaggio sul luogo in cui ormai 32 anni fa un amico spiccò il suo volo...
Poi andiamo in esplorazione a caccia di un caffè, che trovo al rifugio Somma Lombardo (posizione stupenda, merita una visita) insieme ad altre facce note...
Tornati dalla signora, pian pianino ce ne torniamo da dove siamo venuti (la mia proposta di passare dal Busto e dal Bettelmatt non viene accolta).
Sosta merenda a Riale e poi via verso casa... scopriremo solo lunedì di esserci quasi sfiorati con Cristina e Marco...
Nei giorni precedenti ogni tanto si fa pendere dal timore di non riuscire ad arrivare a destinazione, prevedendo uno stop anticipato in caso di "scoppiatura".
Invece tutto va per il verso giusto.
Ligi, parcheggiamo sotto la diga del Morasco, anche se poi in fondo c'è mezzo mondo motorizzato.
Saliamo alla diga e costeggiamo il bel lago... oggi poi, è una giornata da 10 e lode: sole, zero nuvole, una bella arietta fresca... e l'acqua ha un colore spettacolare.
Giunti alla funivia Enel, prendiamo il sentiero "nuovo" che ha un tratto in comune con l'itinerario per il Bettelmatt (non il formaggio... che comunque da questo alpeggio prende il nome) e poi si stacca a sinistra, prima con un traverso,e poi salendo a tratti ripidamente e poco agevolmente, in una valletta che è quasi un giardino botanico.
Non si può sbagliare, basta restare nella valletta al termine della quale si sbuca leggermente alti sopra lo Zum Stock, un baitello dove si incrociano il sentiero da cui arriviamo noi, il vecchio sentiero, e quello che sale dritto-dritto verso il rifugio Città di Busto.
Noi attraversiamo il torrente e ci portiamo sul lato opposto della valle del Sabbione che si risale prima per pietraia, poi per un'ampia dorsale, fino all'ultimo strappetto che ci deposita sul pianoro dove si trovano l'ex rifugio Mores, l'arrivo della funivia Enel, e la baita del Mato Grosso... ancora pochi passi e davanti ai nostri occhi si apre lo spettacolo: il lago ancora ghiacciato in superficie, l'Arbola, l'Hohsand, il ripido versante dall'alto del quale domina il rifugio 3A.
Un panorama visto e rivisto ma che regala sempre qualche emozione... nella cornice di questa meravigliosa giornata poi...
Non può mancare l'incontro con Claudio, una vecchia conoscenza (nonchè gran cuoco) degli anni in cui venivo a dare una mano alla gestione dei rifugi. Quattro chiacchiere sono d'obbligo.
Consumati i nostri panini, con Macchia vado a fare il mio piccolo pellegrinaggio sul luogo in cui ormai 32 anni fa un amico spiccò il suo volo...
Poi andiamo in esplorazione a caccia di un caffè, che trovo al rifugio Somma Lombardo (posizione stupenda, merita una visita) insieme ad altre facce note...
Tornati dalla signora, pian pianino ce ne torniamo da dove siamo venuti (la mia proposta di passare dal Busto e dal Bettelmatt non viene accolta).
Sosta merenda a Riale e poi via verso casa... scopriremo solo lunedì di esserci quasi sfiorati con Cristina e Marco...
Tourengänger:
Daniele

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