Un Pirlo e uno Spino si conciliano?
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Dopo una settimana di mangiate “romagnole” condite da un sole che mi ha asciugato i cabbasisi, oggi riprendo i miei cammini sulle amate montagne, ed in compagnia dell’amico Piero The Cinghial, ci facciamo un giro nella zona gardesana dove troveremo un tempo non bello ma almeno non prendiamo acqua.
I posti sono stra conosciuti e tranquilli, per questo motivo sono super affollati, ma il traffico si sposta quasi tutto verso il Pizzocolo, cima molto panoramica che attira gente più del letame con le mosche; allora noi ci fiondiamo in zone decisamente più easy ma non meno di spessore, il M. Spino.
Il primo tratto è turistico, si giunge al Passo Dos delle Prade sempre su sterrata si perde quota seguendo la direzione Rif. Pirlo, fatti pochi centinaia di metri, sulla sinistra una flebile rossa bollatura posta sugli alberi invita a prendere la scorciatoia che scende direttamente al Passo dello Spino, la imbocchiamo e con molta attenzione ( alle volte la traccia è poco visibile) giungiamo al Passo dopo aver fatto un bel “taglio”.
Da qua le indicazioni sono molto chiare e il Rif. Pirlo è già visibile, imbocchiamo la carrareccia, oltrepassiamo il Casèl de l’Uselì, e prima di seguire in piano il percorso verso il rifugio, sulla destra si stacca un traccia che sale ripida quasi in cresta, dopo 45 minuti di sudore peso il M. Spino è raggiunto. La traccia che imbocchiamo non è numerata ma è evidente, non ha difficoltà tecniche e ogni tanto ci si spinge sù aiutati dalle rocce, poco prima della vetta c’è qualche breve passaggio leggermente esposto.
Da qua si dovrebbe godere di un bel panorama, ma oggi questo ci è precluso, anche se ogni tanto c’è la possibilità di fare una foto. Visto le nuvole basse che ostruiscono la visibilità, decido di riprendere a ritroso il cammino con meta il rifugio Pirlo, fatti pochi passi, le nuvole spariscono come d’incanto e mostrano sotto la cresta un sentiero (N°4) che porta al rifugio facendo un altro giro; come non cogliere la palla al balzo per una piccola divagazione wild?
Dalla cresta scendo in maniera ripida un pendio erboso, e zigzagando per non prendere troppa velocità, mi ritrovo alla palina che mi indica la giusta direzione, seguendo una stretta traccia a volte invasa dalle erbacce, ci si ritrova dopo 10 minuti al rifugio… dove Piero mi sta aspettando per la “pappa”. Io come al solito schifo la carne, mentre al mio socio, una coscia di Brontosauro gli fa da antipasto.
Per paura di prendere la pioggia riprendiamo presto il nostro cammino, ci portiamo al P.so dello Spino, e da qua, seguendo la forestale N°8, giungiamo in Loc. Pirello, imbocchiamo il sentiero N°6 direzione S. Urbano, ed assoluta solitudine sbuchiamo a S. Urbano, da qua facilmente si ritorna all’auto.
Nota 1): Era da un po’ di tempo che giravo attorno allo Spino, una montagna per nulla frequentata ma di sicuro effetto; la prossima volta concluderò l’anello facendo la cresta delle Marmere. Posto consigliato per i vari percorsi che si possono affrontare, dal T1 al T3 sino alle due ferrate presenti vicino allo Spino, ce n’è per tutti gusti.
Nota 2): Cose a caso e chi se ne frega.
Il Vicks Vaporub fa ridurre la pancia; adesso ci diranno che applicando la Preparazione H sulle tonsille queste spariranno.
Chi se ne frega: all’esame Maturità c’è Isocrate.
Oggi si vota per la Brexit. E CHISSENEFREGA!!!!!
Nota3): Eric…Morrison…
SPINO.
Non ci sono filtri,
non ci sono cartine,
ed anche il “pakistano” scarseggia.
Oggi questo Spino me lo “fumo”!
A’ la prochaine! Menek e Piero
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