Max64 Escursione tecnicamente facile,ma che permette di raggiungere un punto molto panoramico sulle cime dell'alta Valsesia.Partiamo da Cà di Janzo e seguendo il sentiero 210 raggiungiamo in breve tempo Selveglio,dove alcune costruzioni in stile Walser sono ancora in ottimo stato.Proseguiamo su comodo sentiero e dopo aver attraversato un bel bosco di Larici e Faggi,arriviamo all'alpe Poesi,dove è presente una sola baita.Il percorso presegue ora un po più ripido fino all'alpe Le Piane dove c'è una fontana di acqua fresca presa da una sorgente li vicino.Il luogo è molto bello in una posizione privilegiata sulla valle sottostante e tutt'intorno le montagne compongono un bel quadro.Il sentiero continua dietro la baita sempre ben segnato,non presenta nessuna difficoltà e porta comodamente in vetta(2 ore dalla partenza).Il panorama dalla cima è mozzafiato,complice anche la giornata limpida e serena.La parete SudEst del Monte Rosa riempie la scena,ma anche il Tagliaferro e la Cima Carnera non sfigurano.Barbara si ferma in vetta mentre io percorro le cresta, che culmina con il Corno d'Otro,fino ad un ripetitore.Il percorso non presenta grossi problemi tranne che in due punti esposti dove bisogna usare anche le mani.Raggiunto il ripetitore a quota 2240m,fatto alcune foto e constatato da vicino che il percorso per il Corno d'Otro è tutt'altro che semplice sono ritornato per cresta alla cima Mutta.Dopo una lunghissima sosta,siamo ritornati fino a Selveglio per il percorso di andata,qui abbiamo deviato e siamo passati per Oro,altro bellissimo alpeggio.Con un comodo sentiero abbiamo chiuso il giro ritornando a Cà di Janzo
Barbie Oggi Max è completamente proteso a soddisfare le mie esigenze escursionistiche, organizzando un percorso di dislivello contenuto, senza punti esposti ma con un punto di arrivo che permette una notevole esplorazione visiva della vallata di Alagna con tutte le più belle cime affacciate. Il Rosa ci accompagna per gran parte della giornata, libero da nubi. Lungo il percorso attraversiamo una serie di bellissimi alpeggi ed è facile immaginare una vita su questi pendii scandita dalla luce del sole e dal ciclo di stagioni che realmente condizionano l'agire dell'uomo, accettando i periodi di riposo forzato come solo la natura sa accettare allo stesso modo. Accontentarsi di piccole cose per sentirsi padroni del mondo: la propria salute allo stesso modo di quella del bestiame, perchè indissolubilmente legate...la preziosità di prodotti spontanei della terra: erbe di campo, frutti del bosco..il necessario per imbastire una cena più che dignitosa. Oggi le tradizioni ritrovate sono diventate oggetto di un business stellato...non le avessimo mai dimenticate !!..ma si sa, è sempre necessario perdere qualcosa per accorgersi del suo valore reale e di quanto l'essenziale sia nascosto sotto cumuli di oggetti e di immagini in movimento, dentro una rete che ci ingabbia come una casa-prigione...qui l'unica rete conosciuta era quella di conigliere e pollai. Qui terra per tutti ...a volontà..terra dura da strappare al bosco con cautela, roccia da domare con rispetto per tracciare percorsi.. utilizzare con rispetto le risorse, quello che basta per oggi..quello che basta per l'inverno. Accumulare è appesantirsi di fardelli e di paure, preoccupati di un futuro così lontano a cui forse nemmeno arriveremo..la presunzione di pianificare il futuro qui coincide con la previsione della prima nevicata, che blocca le bestie negli alpeggi...Noi, invece, bloccati dentro ingranaggi che ci stritolano lentamente, cerchiamo scampoli di libertà dentro albe ancora silenziose e sopra cime di cui ci sentiamo conquistatori.
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