rifugio Margaroli, ciaspolata da Canza
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Uscita assieme a Danilo approfittando ancora della presenza di neve nelle vallate ossolane per fare un puntata, forse l’ultima della stagione con le ciaspole, in una laterale della val Formazza. Abbiamo preso spunto da un recente report di Nadia e Graziano (
ralphmalph) e pertanto deciso di raggiungere il rifugio Margaroli, posto in fondo alla val Vannino, sovrastante l’omonimo lago.
Come da previsioni meteo la domenica, dopo un sabato un po’ perturbato, si preannuncia ben soleggiata sin dalle prime ore del mattino; la copertura nuvolosa, ancora visibile all’ovest, svanisce man mano che saliamo verso nord, in direzione di Domodossola e poi della val Formazza.
Lasciata l’auto nel parcheggio nei pressi delle case che costituiscono l’abitato di Canza, il cartello stradale riporta anche il nome in lingua walser di Frundwald, ci incamminiamo alle 9.10. C’è già qualcuno che si è avviato mentre altri, dopo di noi, si stanno preparando. Nel primo tratto seguiamo una stradina innevata che rappresenta il percorso estivo utilizzato dai mezzi che portano in quota; numerosi tornanti risalgono il bosco di abeti e grazie al rigelo notturno possiamo procedere senza calzare le ciaspole.
Alle 10.15 raggiungiamo Sagersboden, la stazione di arrivo della seggiovia che sale da Ponte. La pista da sci è praticamente chiusa, percorsa solo dagli sci alpinisti che più tardi scenderanno per il rientro dalle escursioni in quota. Prima di iniziare un tratto ripido decidiamo che è il momento di togliere un po’ di peso dagli zaini. Le ciaspole ai piedi sono adesso utili per evitare di scivolare sul ripido dove la neve è ancora ben battuta; il caldo si fa già sentire. Risaliti alcuni tornanti la vista si apre all’imbocco della valle che ci appare come incastonata tra alte pareti di roccia liscia, forse granito, che sembrano proprio delle ottime palestre per rocciatori. Davanti a noi c’è un numeroso gruppo di ciaspolatori, probabilmente saliti con la seggiovia, che è indeciso sul percorso da seguire. Sono le 11 e siamo nei pressi di un bivio dove si stacca, sulla sinistra, la traccia che porta verso il rifugio Miryam che però non è visibile da questo punto di osservazione. Noi procediamo diritto – anche il gruppo che nel frattempo superiamo farà altrettanto – lungo la pista che è stata ben battuta nei giorni scorsi dopo che una spruzzata di neve di una ventina di centimetri ha sbiancato il paesaggio in precedenza segnato dalla sabbia che è caduta sin qui nelle precipitazioni delle scorse settimane. Procediamo seguendo il percorso del torrente Vannino che scende alla nostra sinistra, alternando leggeri strappi a tratti in piano mentre la valle progressivamente si allarga. In fondo, su una altura, si vede la sagoma del rifugio e più sotto la mole della diga che chiude il lago. La sensazione di caldo aumenta ulteriormente ed oggi faccio veramente fatica; dopo un ultimo breve tratto ripido, finalmente raggiungo il rifugio Margaroli quando sono le 11.55 dopo 2h10m di marcia, 35m di sosta ed aver percorso 7,6 km. Danilo è già arrivato qui da una decina di minuti, preoccupato dal fatto che il numeroso gruppo incontrato lungo il percorso abbia prenotato tutto il rifugio per il pranzo. Rassicurato dai simpatici gestori si è già fatto riservare un posto con vista nella bella sala del rifugio. Dopo il pasto c’è ancora il tempo per passare all’esterno e stare un po’ al sole, sulle comode sdraio a disposizione degli ospiti del rifugio, non senza aver scordato di utilizzare una abbondante dose di crema protettiva; fortunatamente per me, ogni tanto una leggera velatura nuvolosa copre per qualche minuto il sole e mi regala una temporanea sensazione di refrigerio. Qui all’esterno, oltre alla gente salita con noi, sostano gli sci alpinisti di rientro dalle escursioni alle mete raggiunte a quote più alte. Mentre osservo un bel cane che si aggira giocoso tra le persone e che ho l’impressione di conoscere, mi sovviene che possa essere Rot. Non faccio nemmeno in tempo a realizzare ed appare Roby (
tignoelino) e poi riconosco anche
Lucia che sono di rientro da una meta decisamente più impegnativa rispetto alla nostra, ma d'altronde loro sono veramente tosti e poi devono far sfogare Rot :)) :))
Due chiacchiere, qualche scambio di impressione, un po’ di coccole all’instancabile Rot ed è tempo di rimettersi in marcia per il rientro.
Alle 14.35 infatti ripartiamo per scendere lungo il percorso che abbiamo seguito al mattino. La neve è decisamente più molle e quindi le ciaspole saranno necessarie per tutto il percorso. Dopo circa 50 minuti raggiungiamo il bivio che si stacca in direzione del rifugio Miryam; avevamo ipotizzato di farci anche un passaggio ma poi abbiamo desistito dal proposito. Alle 15.50 siamo alla stazione a monte della seggiovia dove facciamo una sosta di 10 minuti. Non ci resta ora che risalire un breve tratto per poi iniziare la discesa verso Canza percorrendo la stradina dove, rispetto al mattino, la neve è decisamente meno consistente e le ciaspole aiutano a non scivolare. Alle 16.55 raggiungiamo la nostra auto dopo aver fatto una sosta rinfrescante ad una fontana che sgorga acqua freschissima posta lungo la strada tra le case di Canza.
Quest’anno la neve è tardata ad arrivare e pertanto le nostre uscite con le ciaspole non state limitate come numero anche se non ci possiamo certamente lamentare come qualità delle mete raggiunte ed ovviamente dei paesaggi ammirati. Oggi non fa certamente eccezione e in più abbiamo anche avuto il piacere di trovare degli habitué di hikr…..che cosa potevamo volere di più? :)) :))
Dati complessivi:
Km percorsi: 15,2;
Tempo marcia: 4h15m;
Tempo sosta: 3h30m, di cui 2h40m al rifugio;
Ascesa: mt. 850 circa;
Velocità media in marcia: 3,6 km/h;
Velocità media totale: 2 km/h.

Come da previsioni meteo la domenica, dopo un sabato un po’ perturbato, si preannuncia ben soleggiata sin dalle prime ore del mattino; la copertura nuvolosa, ancora visibile all’ovest, svanisce man mano che saliamo verso nord, in direzione di Domodossola e poi della val Formazza.
Lasciata l’auto nel parcheggio nei pressi delle case che costituiscono l’abitato di Canza, il cartello stradale riporta anche il nome in lingua walser di Frundwald, ci incamminiamo alle 9.10. C’è già qualcuno che si è avviato mentre altri, dopo di noi, si stanno preparando. Nel primo tratto seguiamo una stradina innevata che rappresenta il percorso estivo utilizzato dai mezzi che portano in quota; numerosi tornanti risalgono il bosco di abeti e grazie al rigelo notturno possiamo procedere senza calzare le ciaspole.
Alle 10.15 raggiungiamo Sagersboden, la stazione di arrivo della seggiovia che sale da Ponte. La pista da sci è praticamente chiusa, percorsa solo dagli sci alpinisti che più tardi scenderanno per il rientro dalle escursioni in quota. Prima di iniziare un tratto ripido decidiamo che è il momento di togliere un po’ di peso dagli zaini. Le ciaspole ai piedi sono adesso utili per evitare di scivolare sul ripido dove la neve è ancora ben battuta; il caldo si fa già sentire. Risaliti alcuni tornanti la vista si apre all’imbocco della valle che ci appare come incastonata tra alte pareti di roccia liscia, forse granito, che sembrano proprio delle ottime palestre per rocciatori. Davanti a noi c’è un numeroso gruppo di ciaspolatori, probabilmente saliti con la seggiovia, che è indeciso sul percorso da seguire. Sono le 11 e siamo nei pressi di un bivio dove si stacca, sulla sinistra, la traccia che porta verso il rifugio Miryam che però non è visibile da questo punto di osservazione. Noi procediamo diritto – anche il gruppo che nel frattempo superiamo farà altrettanto – lungo la pista che è stata ben battuta nei giorni scorsi dopo che una spruzzata di neve di una ventina di centimetri ha sbiancato il paesaggio in precedenza segnato dalla sabbia che è caduta sin qui nelle precipitazioni delle scorse settimane. Procediamo seguendo il percorso del torrente Vannino che scende alla nostra sinistra, alternando leggeri strappi a tratti in piano mentre la valle progressivamente si allarga. In fondo, su una altura, si vede la sagoma del rifugio e più sotto la mole della diga che chiude il lago. La sensazione di caldo aumenta ulteriormente ed oggi faccio veramente fatica; dopo un ultimo breve tratto ripido, finalmente raggiungo il rifugio Margaroli quando sono le 11.55 dopo 2h10m di marcia, 35m di sosta ed aver percorso 7,6 km. Danilo è già arrivato qui da una decina di minuti, preoccupato dal fatto che il numeroso gruppo incontrato lungo il percorso abbia prenotato tutto il rifugio per il pranzo. Rassicurato dai simpatici gestori si è già fatto riservare un posto con vista nella bella sala del rifugio. Dopo il pasto c’è ancora il tempo per passare all’esterno e stare un po’ al sole, sulle comode sdraio a disposizione degli ospiti del rifugio, non senza aver scordato di utilizzare una abbondante dose di crema protettiva; fortunatamente per me, ogni tanto una leggera velatura nuvolosa copre per qualche minuto il sole e mi regala una temporanea sensazione di refrigerio. Qui all’esterno, oltre alla gente salita con noi, sostano gli sci alpinisti di rientro dalle escursioni alle mete raggiunte a quote più alte. Mentre osservo un bel cane che si aggira giocoso tra le persone e che ho l’impressione di conoscere, mi sovviene che possa essere Rot. Non faccio nemmeno in tempo a realizzare ed appare Roby (


Due chiacchiere, qualche scambio di impressione, un po’ di coccole all’instancabile Rot ed è tempo di rimettersi in marcia per il rientro.
Alle 14.35 infatti ripartiamo per scendere lungo il percorso che abbiamo seguito al mattino. La neve è decisamente più molle e quindi le ciaspole saranno necessarie per tutto il percorso. Dopo circa 50 minuti raggiungiamo il bivio che si stacca in direzione del rifugio Miryam; avevamo ipotizzato di farci anche un passaggio ma poi abbiamo desistito dal proposito. Alle 15.50 siamo alla stazione a monte della seggiovia dove facciamo una sosta di 10 minuti. Non ci resta ora che risalire un breve tratto per poi iniziare la discesa verso Canza percorrendo la stradina dove, rispetto al mattino, la neve è decisamente meno consistente e le ciaspole aiutano a non scivolare. Alle 16.55 raggiungiamo la nostra auto dopo aver fatto una sosta rinfrescante ad una fontana che sgorga acqua freschissima posta lungo la strada tra le case di Canza.
Quest’anno la neve è tardata ad arrivare e pertanto le nostre uscite con le ciaspole non state limitate come numero anche se non ci possiamo certamente lamentare come qualità delle mete raggiunte ed ovviamente dei paesaggi ammirati. Oggi non fa certamente eccezione e in più abbiamo anche avuto il piacere di trovare degli habitué di hikr…..che cosa potevamo volere di più? :)) :))
Dati complessivi:
Km percorsi: 15,2;
Tempo marcia: 4h15m;
Tempo sosta: 3h30m, di cui 2h40m al rifugio;
Ascesa: mt. 850 circa;
Velocità media in marcia: 3,6 km/h;
Velocità media totale: 2 km/h.
Communities: Hikr in italiano
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