Monte Capio da Campello Monti - Valle Strona
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La bifida cima del Monte Capio (2172 m) è il punto culminante del settore più tormentato della cresta di confine tra Valle Strona e Valsesia. L'ambiente è molto diverso da quello delle zone circostanti, presentando cime dai contorni netti e salti verticali, caratteristiche che l'innevamento tende ad evidenziare, nascondendo allo stesso tempo le colate detritiche che fanno da corollario a questo tipo di ambiente...
La salita
Parto con Ferruccio da Campello Monti approfittando del fatto che la strada è pulita dalla neve. Dal paese, completamente deserto, scendiamo ad attraversare lo Strona su un ponte di neve immediatamente a valle del ponte vero e proprio e ci incamminiamo, seguendo la segnaletica, lungo il sentiero estivo.
Dopo avere attraversato il vallone del Rio Svenda su neve ancora portante, nonostante il limitato rigelo notturno e la temperatura relativamente alta, con un paio di traversi ripidi ed esposti (pericolosi con neve poco coesa) si giunge all'Alpe Pennino Grande (1498 m; circa 50'), affacciato sulla Valle dei Dannati, nome suggestivo per un luogo che oggi mi sembra tutt'altro che tetro o sinistro.
Da questo punto il sentiero estivo compie un lungo traverso su pendii che sono già al sole e che la prudenza ci suggerisce di evitare, calando verso il fondo del vallone (poco meno di 100 metri di dislivello) per risalirlo su terreno più piacevole e meno pericoloso. Con un ultimo strappo, sormontiamo un dosso e arriviamo sul ripiano dell'Alpe La Balma (1671 m; poco più di 1 ora da Pennino Grande): un baitino in buone condizioni, un rudere distrutto dalle valanghe e una sgangherata coppia di ricoveri addossati ad uno stesso masso. Se c'è dell'altro, è sotto la neve.
Risaliamo quindi il vallone fino all'evidente insellatura del Passo dei Rossi (2056 m; 1:10 da La Balma), in un ambiente bellissimo e privo di tracce. Fino a questo momento il tempo è stato splendido ma ora le nuvole iniziano ad addensarsi, limitando il panorama sul versante valsesiano.
Di neve sul Capio non ne è rimasta quasi più ma, visto che alla base del pendio c'è della neve gelata, per maggiore sicurezza passiamo da racchette e bastoncini a ramponi e piccozza. Un'esagerazione? Forse, ma visto che l'attrezzo è arrivato fino a qui legato allo zaino...
Non riuscendo ad individuare dei passaggi ragionevoli lungo il sentiero della dorsale Est - che mi è sembrato segnalato in modo poco logico, quasi ad andare incontro alle difficoltà anziché aggirarle - ci portiamo al centro del ripido versante Sud del Monte Capio, privo di neve, e lo risaliamo direttamente con inedita tecnica di...grass tooling.
Arriviamo così alla prima cima e, con breve traversata su una striscia di neve poco rassicurante, alla seconda e principale, quando ormai da tutte le direzioni si affollano le nuvole (2172 m; 4:30 lorde da Campello Monti): la degna accoglienza per chi arriva in cima alle 12:30...
La discesa
Nel tratto iniziale della discesa dalla cima, abbiamo "indovinato" il comodo percorso della via normale: si percorre in discesa per un breve tratto una facile dorsale erbosa protesa a SO e quindi si traversa nel punto più favorevole (segno b/r) in direzione del Passo dei Rossi. Dal Passo abbiamo ripercorso l'itinerario di salita.
Considerazioni finali
Nel complesso una bella escursione che ci ha permesso di sfruttare al meglio un'effimera finestra di bel tempo tra una perturbazione e l'altra.
Segnalo (bella scoperta, dirà qualcuno....) che la Valle dei Dannati in inverno e primavera si presta di più ad essere percorsa con gli sci che, come in questo caso, con le racchette: meno fatica e più divertimento.
La salita
Parto con Ferruccio da Campello Monti approfittando del fatto che la strada è pulita dalla neve. Dal paese, completamente deserto, scendiamo ad attraversare lo Strona su un ponte di neve immediatamente a valle del ponte vero e proprio e ci incamminiamo, seguendo la segnaletica, lungo il sentiero estivo.
Dopo avere attraversato il vallone del Rio Svenda su neve ancora portante, nonostante il limitato rigelo notturno e la temperatura relativamente alta, con un paio di traversi ripidi ed esposti (pericolosi con neve poco coesa) si giunge all'Alpe Pennino Grande (1498 m; circa 50'), affacciato sulla Valle dei Dannati, nome suggestivo per un luogo che oggi mi sembra tutt'altro che tetro o sinistro.
Da questo punto il sentiero estivo compie un lungo traverso su pendii che sono già al sole e che la prudenza ci suggerisce di evitare, calando verso il fondo del vallone (poco meno di 100 metri di dislivello) per risalirlo su terreno più piacevole e meno pericoloso. Con un ultimo strappo, sormontiamo un dosso e arriviamo sul ripiano dell'Alpe La Balma (1671 m; poco più di 1 ora da Pennino Grande): un baitino in buone condizioni, un rudere distrutto dalle valanghe e una sgangherata coppia di ricoveri addossati ad uno stesso masso. Se c'è dell'altro, è sotto la neve.
Risaliamo quindi il vallone fino all'evidente insellatura del Passo dei Rossi (2056 m; 1:10 da La Balma), in un ambiente bellissimo e privo di tracce. Fino a questo momento il tempo è stato splendido ma ora le nuvole iniziano ad addensarsi, limitando il panorama sul versante valsesiano.
Di neve sul Capio non ne è rimasta quasi più ma, visto che alla base del pendio c'è della neve gelata, per maggiore sicurezza passiamo da racchette e bastoncini a ramponi e piccozza. Un'esagerazione? Forse, ma visto che l'attrezzo è arrivato fino a qui legato allo zaino...
Non riuscendo ad individuare dei passaggi ragionevoli lungo il sentiero della dorsale Est - che mi è sembrato segnalato in modo poco logico, quasi ad andare incontro alle difficoltà anziché aggirarle - ci portiamo al centro del ripido versante Sud del Monte Capio, privo di neve, e lo risaliamo direttamente con inedita tecnica di...grass tooling.
Arriviamo così alla prima cima e, con breve traversata su una striscia di neve poco rassicurante, alla seconda e principale, quando ormai da tutte le direzioni si affollano le nuvole (2172 m; 4:30 lorde da Campello Monti): la degna accoglienza per chi arriva in cima alle 12:30...
La discesa
Nel tratto iniziale della discesa dalla cima, abbiamo "indovinato" il comodo percorso della via normale: si percorre in discesa per un breve tratto una facile dorsale erbosa protesa a SO e quindi si traversa nel punto più favorevole (segno b/r) in direzione del Passo dei Rossi. Dal Passo abbiamo ripercorso l'itinerario di salita.
Considerazioni finali
Nel complesso una bella escursione che ci ha permesso di sfruttare al meglio un'effimera finestra di bel tempo tra una perturbazione e l'altra.
Segnalo (bella scoperta, dirà qualcuno....) che la Valle dei Dannati in inverno e primavera si presta di più ad essere percorsa con gli sci che, come in questo caso, con le racchette: meno fatica e più divertimento.
Tourengänger:
atal

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Kommentare (8)