Cima Marmotta 3330 m
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Di nuovo in Trentino e di nuovo in Val Martello, con le stesse previsioni che avevamo per la Croda della Calva. Oggi speriamo che le ampie schiarite siano più ampie della volta precedente.
Anche questa è una cima che inseguiamo da un po’ e se non saliamo oggi probabilmente dovremo rimandarla al prossimo anno.
Convinti nel provarci ma un po’ timorosi nel riuscirci partiamo con tanta speranza.
Velocemente raggiungiamo il Rifugio Corsi e proseguiamo per il Rifugio Martello. Per raggiungerlo si deve superare il primo ostacolo del giorno, un ripido salto, dove sta già uscendo il ghiaccio vivo, ma è ben tracciato e si supera senza problemi. Continuiamo in falso piano entrando nel vallone per la Vedretta della Forcola. Circa a metà, la abbandoniamo svoltando a sx e risalendo un altro salto meno ripido del precedente. Altro tratto in piano che noi superiamo rimanendo sulla traccia più alta, per le ciaspole sarebbe stato più agevole stare più a sx, poco più in basso, nel vallone e risalire più avanti. La neve e la traccia sono buone e il traverso non dà problemi. Ora manca l’ultimo ripido tratto che immette alla vedretta alta della Marmotta. Questo per me è stato il punto più ostico. In più punti la neve è crostosa e i traversi diventano difficili da percorrere per cui tiriamo su diritti e la pendenza non scherza, fortunatamente il ramponcino della ciaspola prende bene e raggiungiamo il colletto e il ghiacciaio. Il tempo poco invitante alla partenza sta migliorando alla grande e finalmente appaiono Cevedale, Zufallspitze, Gran Zebrù, Monte Zebrù e Ortles in tutta la loro grandezza. Davanti a noi le Venezie e la nostra Marmotta. Vari scialpinisti partono imbragati ma non legati. Chiacchierando con una coppia di bresciani che conoscono la salita ci consigliano di legarci viste le condizioni di scarso innevamento di quest’anno, per la verità ci consigliano di salire al P.so della Vedretta Alta, meno ripido e dove avremo comunque lo stesso panorama e di lasciar stare la Marmotta!!! Beh con tutto il rispetto per il P.so ma se riusciamo salire alla Marmotta preferiamo!!! Loro partono e noi ci imbraghiamo e leghiamo. Superiamo tre scialpinisti che non sembrano gradire la cosa poiché prendono una via di salita tutta loro andando poi a incasinarsi nell’ultimo tratto, comunque…Saliamo con molta calma, seguendo la traccia perfetta e raggiungiamo la cresta poco dopo la coppia bresciana. Francamente superato il tratto prima del ghiacciaio, quello che segue è ben più semplice, neve migliore e pendenza inferiore, meno male che non ci siamo lasciati convincere! Per gli ultimi metri abbandoniamo le ciaspole e velocemente siamo in cima, che per qualche minuto è solo nostra. Arrivano poi i tre scialpinisti che avevamo superato cui chiediamo di farci una foto! Tornati al colletto saliamo anche l’altra cima di una ventina di metri più bassa, sulla cartina non ha un nome ma in compenso, a differenza della cima principale, ha una bella scultura di legno. Altri stanno arrivando ma nessuno con le ciaspole. Andiamo a recuperarle e riattraversiamo il ghiacciaio. Al colle ci sleghiamo e ora dobbiamo affrontare il tratto che temevo. Marco va via tranquillo, io un po’ meno, un paio di scivolate senza danni e raggiungo il piano sottostante. In ogni caso una scivolata o una caduta non sarebbero pericolose perché non ci sono baratri o salti, provocherebbero solo un po’ di spavento! Tutto il ritorno fila via liscio. Raggiungiamo il rifugio Corsi dove facciamo sosta pranzo, fortunatamente c’è una panchina un po’ lontana dal rifugio che ci permette di stare lontani della bolgia. Mi spiace tanto chiudere la giornata, ma siamo lontani da casa, per cui ci tocca alzare le chiappe e tornare al posteggio grati e soddisfatti per questa salita.
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