Traversata della Sighignola da Arogno.
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Da tempo medito una salita alla Sighignola ma la nota difficoltà ad intercettare il sentiero di salita ha sempre limitato i miei desideri. Oggi colgo la disponibilità dell'amico
POLI89 che avendo già ravanato in solitaria qualche anno fa, è in perfetta conoscenza del tracciato.
Una mattinata piuttosto serena ci determina finalmente alla salita.
Credo che il percorso qui descritto sia solo uno dei numerosi presenti, tuttavia altri paiono impervi o in stato di semiabbandono. I magnifici boschi che si attrevarsano salendo dovrebbere essere la ragione ultima per ricalcare i nostri passi, per chi voglia salire questa panoramicissima montagna senza utilizzare la strada della Val d'Intelvi.
Dal cimitero proseguiamo su strada, superiamo la chiesa e giriamo a destra su prato che percorriamo in piano sin dove una rete pare sbarrare la strada. Qui, per tracce, risaliamo il prato ed usciamo su una stradina che ci conduce ad una chiesetta (probabilmente Santo Stefano). Dalla chiesetta (questa è la strada per Pugerna), seguendo i segnavia (ma la vetta non è indicata) continuamo su sentiero che si immette nel bosco e lo attraversa in piano con simpatici sguardi sulla sottostante Campione e il lago.
Da qui appaiono segnavia non ufficiali indicanti "Alpetto" che seguiamo, abbandoniamo la traccia pianeggiante e cominciamo a risalire la costa boschiva.
Ora la salita è molto dura e pochi sono i momenti in cui respirare. A tratti c'è neve residua, quasi sempre bypassabile, tuttavia le foglie contribuiscono a rendere scivoloso il tragitto. Numerosi camosci fanno capolino tra le fronde e le sterpaglie ma furtivi si dissolvono ad ogni vano tentativo di fotografarli.
Per un buon pezzo ci sono segnavia fosforescenti sugli alberi, poi tornano ad essere bianco - rossi, nei paraggi dell'attacco della cresta (e dopo il pianoro che dovrebbe essere l'Alpetto). Questa è sempre boschiva e mai esposta, pertanto percorribile senza pensieri se non quello di superare in breve pendenze importanti.
A volte qualche radice o del residuo ghiaccio comportano qualche imbarazzo, presto risolto.
A metà cresta si intravvedono le istallazioni di vetta, dunque aumentiamo il passo e in breve usciamo sulla terrazza panoramica pensata per l'arrivo di una funivia mai realizzata. Evitiamo il sentiero ufficiale, risaliamo un breve prato e scavalcando una cancellata usciamo su un secondo piazzale, luogo di arrivo della strada asfaltata, dove il panorama è grandioso, sebbene ridotto da foschie che salgono dal Ceresio.
Ancora una breve ed amena passeggiata nel bosco ci conduce alla chiessetta degli Alpini che rappresenta la vetta vera e propria essendo situata sul punto più alto.
Meta raggiunta in un'ora e mezza, ci concediamo adesso quindici minuti di pausa, dopodichè scendiamo di nuovo sulla strada e la percorriamo per un centinaio di metri sino ad una curva con slargo. Qui ci infiliamo a destra in un sentiero che dolce e splendido attraversa il bosco (ancora camosci) e ci consente di abbreviare la strada sino al rifugio punto di partenza della pista da sci di Lanzo.
Essendo neve battuta, la pista conserva un discreto ed omogeneo innevamento. Essa appare totalmente deserta, pertanto decidiamo una veloce discesa sulla stessa (possibile rimanere a fianco, nel bosco) che ci conduce al paese di Lanzo d'Intelvi.
Percorriamo ora quattro chilometri di asfalto che superano il villaggio (direzione Svizzera), attraversano la dogana, discendono l'impressionante, stretta, orrida Val Mara e ci riportano ad Arogno dove la nostra auto ci attende, soleggiata, da tre ore abbondanti.
Sviluppo: 10 km circa; SE: 17 km circa.

Una mattinata piuttosto serena ci determina finalmente alla salita.
Credo che il percorso qui descritto sia solo uno dei numerosi presenti, tuttavia altri paiono impervi o in stato di semiabbandono. I magnifici boschi che si attrevarsano salendo dovrebbere essere la ragione ultima per ricalcare i nostri passi, per chi voglia salire questa panoramicissima montagna senza utilizzare la strada della Val d'Intelvi.
Dal cimitero proseguiamo su strada, superiamo la chiesa e giriamo a destra su prato che percorriamo in piano sin dove una rete pare sbarrare la strada. Qui, per tracce, risaliamo il prato ed usciamo su una stradina che ci conduce ad una chiesetta (probabilmente Santo Stefano). Dalla chiesetta (questa è la strada per Pugerna), seguendo i segnavia (ma la vetta non è indicata) continuamo su sentiero che si immette nel bosco e lo attraversa in piano con simpatici sguardi sulla sottostante Campione e il lago.
Da qui appaiono segnavia non ufficiali indicanti "Alpetto" che seguiamo, abbandoniamo la traccia pianeggiante e cominciamo a risalire la costa boschiva.
Ora la salita è molto dura e pochi sono i momenti in cui respirare. A tratti c'è neve residua, quasi sempre bypassabile, tuttavia le foglie contribuiscono a rendere scivoloso il tragitto. Numerosi camosci fanno capolino tra le fronde e le sterpaglie ma furtivi si dissolvono ad ogni vano tentativo di fotografarli.
Per un buon pezzo ci sono segnavia fosforescenti sugli alberi, poi tornano ad essere bianco - rossi, nei paraggi dell'attacco della cresta (e dopo il pianoro che dovrebbe essere l'Alpetto). Questa è sempre boschiva e mai esposta, pertanto percorribile senza pensieri se non quello di superare in breve pendenze importanti.
A volte qualche radice o del residuo ghiaccio comportano qualche imbarazzo, presto risolto.
A metà cresta si intravvedono le istallazioni di vetta, dunque aumentiamo il passo e in breve usciamo sulla terrazza panoramica pensata per l'arrivo di una funivia mai realizzata. Evitiamo il sentiero ufficiale, risaliamo un breve prato e scavalcando una cancellata usciamo su un secondo piazzale, luogo di arrivo della strada asfaltata, dove il panorama è grandioso, sebbene ridotto da foschie che salgono dal Ceresio.
Ancora una breve ed amena passeggiata nel bosco ci conduce alla chiessetta degli Alpini che rappresenta la vetta vera e propria essendo situata sul punto più alto.
Meta raggiunta in un'ora e mezza, ci concediamo adesso quindici minuti di pausa, dopodichè scendiamo di nuovo sulla strada e la percorriamo per un centinaio di metri sino ad una curva con slargo. Qui ci infiliamo a destra in un sentiero che dolce e splendido attraversa il bosco (ancora camosci) e ci consente di abbreviare la strada sino al rifugio punto di partenza della pista da sci di Lanzo.
Essendo neve battuta, la pista conserva un discreto ed omogeneo innevamento. Essa appare totalmente deserta, pertanto decidiamo una veloce discesa sulla stessa (possibile rimanere a fianco, nel bosco) che ci conduce al paese di Lanzo d'Intelvi.
Percorriamo ora quattro chilometri di asfalto che superano il villaggio (direzione Svizzera), attraversano la dogana, discendono l'impressionante, stretta, orrida Val Mara e ci riportano ad Arogno dove la nostra auto ci attende, soleggiata, da tre ore abbondanti.
Sviluppo: 10 km circa; SE: 17 km circa.
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