Tullen Spitze 2654 m
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Con questo giro chiudiamo l’anno, un buon anno sotto molti aspetti, sotto altri meno ma non possiamo assolutamente lamentarci, tra l’altro questi ultimi giorni sono la ciliegina sulla torta. Non so se capiterà un’altra volta, anche se chi è qualche anno più avanti, ci dice che è già successo, una cosa ciclica.
Ieri salendo al Sass de Putia avevamo notato un cartello che indicava questa cima e viste le ottime condizioni trovate ritorniamo da queste parti.
Solito posteggio a pagamento e stesso percorso per il rifugio Genova fino al bivio con indicazione Tullen.
Dopo un primo tratto un poco ripido la salita si fa molto dolce con lunghi e panoramici traversi. Al momento la giornata è splendida come quelle passate ma le previsioni danno un netto cambiamento che, una volta fuori dal bosco vediamo in avvicinamento, il Trentino è già sotto le nuvole!
Raggiungiamo l’incrocio con il Sentiero Gūnther Messner proveniente dalla strada per il P.so delle Erbe, deviamo a dx ed entriamo in una valletta incredibile, dai prati sbucano picchi e montagnole come fossero funghi.
Per evitare un tratto un poco gelato e in ombra rimaniamo sulla dorsale salendo al Monte della Rovina, poco sotto riprendiamo il sentiero e arriviamo al bivio per il Tullen e il proseguimento della Gūnther Messner.
Proseguiamo per la cima su tipico terreno ghiaioso delle Dolomiti, raggiungiamo un breve tratto attrezzato e siamo in cresta, cresta ariosa per l’esposizione ma anche per il forte vento cui è esposta.
Risaliamo la breve cresta, fortunatamente c’è solo un breve tratto gelato che riusciamo ad evitare e siamo in cima. Il tempo di fare qualche veloce foto e giù, c’è troppa aria gelida.
Tornati al bivio decidiamo di andare a dare uno sbircio alla Gūnther Messner. Raggiungiamo le prime rocce attrezzate con un cavo, superatolo proseguiamo su un bel sentierino un poco esposto, scendiamo a una sorta di piccola sella e…finiamo di sbirciare! Il sentiero si sdoppia, la variante che probabilmente riporta sul versante sud è una salita verticale attrezzata poi boh…vediamo dei cavi che proseguono ma non sappiamo come. Volendo invece rimanere sul percorso classico sembra che si debba rimanere sul versante nord dove purtroppo si vedono più punti in cui potremmo trovare neve o ghiaccio, e se il sentiero dovesse essere come il primo tratto davanti a noi sarebbe troppo rischioso, per cui dovremo soddisfare la nostra curiosità in un altro momento.
Torniamo indietro e invece di tornare al primo bivio incontrato con il sentiero, proseguiamo risalendo i vari dossi, alcuni sormontati da ometti o punti trigonometrici, a ben guardare poi ci sono tracce di passaggio ovunque, che portano ai vari pinnacoli.
Ritornati al bivio, vediamo una panarozzo con una croce più in basso, raggiungiamo anche lui e nonostante il tempo ormai sia proprio cambiato, il pallido sole che resiste e finalmente l’assenza di aria ma, più importante ancora, il brontolio delle pance, ci fanno decidere per la sosta pranzo.
Ritorniamo quindi sui nostri passi, raggiungiamo un bivio che indica Malga Zannes e per cambiare percorso seguiamo quest’altro sentiero. Altro bivio, Malga Zannes è sparita, stupidamente non controlliamo la cartina e svoltiamo a sx, così facendo torniamo sul sentiero fatto all’andata, come previsto del resto! Va beh pazienza!
Incrociato nuovamente il sentiero di salita facciamo ritorno al posteggio.
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