Zucco dell' Angelone - Via Condorpass.
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Incuriosito dalla via dalla visione di settimana scorsa da Anabasi la propongo.
Scopro con piacere che sia stata la prima via aperta in Angelone da Don A.Butturini, Fabio Secchi, Pietro Corti e Stefano Bolis nel 1978.
La via è percorsa da 9 lunghezze, abbastanza discontinua con diverse varianti, di cui bisogna stare attenti alla lettura, soprattutto sulla terza lunghezza.
Richiede un pò più di padronanza del grado su placca.(infatti il giorno successivo leggo questa notizia).
Io e Massimo, Ermes e Paolo.
Materiale : cordini, nuts o friend .
Dal giornale dei Condor: Primo Più n. 42 - Ottobre/Novembre 1978
Stefano e i chiodi
Ci incontriamo alla stazione a valle della funivia di Bobbio, il Don con lo Stefano Bonaiti Senior, Stefano Junior e il Fabio Secchi, quindi Ciusse ed io, arrivati col pullman.
Guardiamo subito la parete dove vogliamo aprire una via nuova: lo Zucco Angelone, il monte che si trova proprio sopra le Placche di Introbio.
Non vediamo Ivan, Michele, Dan e Pol che dovrebbero essere in parete dal giorno prima: volevano fare un'esperienza di bivacco... Si vede che avranno preferito bivaccare a casa di qualcuno...
Ci incamminiamo per un sentiero in piano e poi saliamo diritti per un bosco scosceso fino alla base della parete, entrando in un canale che risaliamo fin quasi al termine.
Attacchiamo sul lato sinistro in una rientranza che in alto forma un diedro. Il Don sale piantando molti chiodi perché è piuttosto sporco: terra, arbusti e porcherie varie.
Ciusse e Stefano Senior decidono di scendere quando il Don comincia a pulire (ovvero a scaricare macigni di grosso tonnellaggio); temendo una giornata di sofferenza tra erba e sassi mobili... Peccato, perché dopo il tratto iniziale incontriamo placche favolose.
Il primo tiro è veramente impegnativo e lo Stefano, quello rimasto, lo schioda diligentemente.
Dopo un tratto facile nel bosco per aggirare una zona strapiombante facciamo due tiri splendidi, abbastanza difficili e su ottima roccia. Fabio risolve un traverso a sinistra alla Tarzan, mentre Stefano accusa la stanchezza e non riesce più a togliere i chiodi del Don, che piange la dura perdita (16 chiodi) decidendo di non metterne più.
Con le altre lunghezze, più facili ma sempre bellissime, usciamo su una cima secondaria, raggiungendo la vetta principale dell'Angelone dopo un quarto d'ora di cammino.
Lo Stefano è un po' provato, io anche ma mi tengo su. La soddisfazione è grande e dopo una bella bevuta passa la stanchezza.
Pietro. (Corti n.d.r.)
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