Max64 Mio padre è nato e ha vissuto fino a 24 anni a Torino.Le Valli di Lanzo sono per i torinesi le montagne di casa,non distano molto dal capoluogo e sono facilmente raggiungibili.Quando era piccolo, trascorreva le vacanze in queste valli e veniva accompagnato a pescare le trote nel Gran Lago di Unghiasse.Non è mai stato un uomo di montagna,anzi amava molto il mare,ma il ricordo di questo lago e la bellezza del luogo gli si erano fissati nella mente.Alla fine degli anni 90 ha tentato un giorno di ritornarci,ma senza allenamento e con indicazioni sommarie non era riuscito a raggiungerlo.Io a quel tempo non frequentavo così assiduamente le montagne come oggi,altrimenti l'avrei accompagnato con piacere.
Purtroppo il suo desiderio di rivedere quel lago è rimasto vano:ci ha lasciato per un male incurabile nel Settembre del 2006, aveva 67 anni.
Questa escursione la dedico a lui.
Abbiamo messo,in suo ricordo, una croce di legno sulle sponde del Gran Lago, fatta con materiale recuperato durante il cammino.
Gabri Oggi con
Max64 e la mitica Suni andiamo a fare una bellissima escursione nella Val Grande di Lanzo. La giornata è a dir poco spettacolare: 4 soli,cielo blu e nemmeno una piccola nuvoletta per tutto il giorno. Le Valli di Lanzo sono una positiva sorpresa e sicuramente meritano ulteriori escursioni. Sono valli solitarie, selvagge anche se solcate da sentieri ben tenuti. Oggi per tutta la lunga escursione ad anello non abbiamo incontrato proprio nessuno!! Dal parcheggio al termine della strada di Alboni,dopo l'ultima casa, imbocchiamo il sentiero che affianca il lavatoio,e si inoltra nella faggeta iniziando subito a salire con tornanti. Seguiamo i segnavia di vernice rossa, passiamo poco dopo nei pressi di un prato con l'Alpe Piane di Sotto 1520 m, continuando nel bel bosco. Saliamo ai margini di una dorsale, finchè il sentiero confluisce in una sterrata, che in breve passando sotto le pareti di arrampicata del Bec di Roci Ruta, ci porta all'Alpe Vaccheria 1630 m, dove si incrocia il sentiero proveniente dal Bec di Mea. Pieghiamo ora verso nord, ancora per un breve tratto boscoso, prima di entrare nel vasto Pian delle Riane 1742 m. Subito attraversiamo il Rio Unghiasse, iniziando la salita del costone di erba e arbusti, che prima con tornantini, e poi con lunghi traversi ascendenti, si inoltra dall'alto nel Vallone d'Unghiasse, puntando ad aggirare la bastionata rocciosa che precipita sul Pian delle Riane. Questa zona resta al mattino presto in ombra ma oggi si suda già e tutto sommato un po d'ombra non guasta! Terminato il lungo traverso, ci si sposta a sinistra toccando l'Alpe Miandetta e traversando in piano verso sinistra si arriva alle Alpi Gias Vecchio 2142 m. Si prosegue ancora lungo il sentiero, raggiungendo le Alpi Laietto 2298 m che si lasciano a sinistra, per poi proseguire sul sentiero che a destra si stacca verso il Gran Lago d'Unghiasse (se si gira a sx si va in modo più diretto verso il Colle della Crocetta e il Lago Fertà). Noi teniamo la destra e comodamente la traccia ci porta, snodandosi tra enormi massi, al Gran Lago d'Unghiasse 2490 m, visibile solo all'ultimo (3 h secondo i cartelli). L'ambiente è spettacolare,il grande Lago di Unghiasse sovrastato dal Monte Unghiassse e circondato dalla neve è veramente molto bello. Con un po di attenzione calpestiamo un po di neve attorno alle sponde del lago . Scendiamo sulle sponde del lago dove
Max64 trova un posto adatto per sistemare la croce in ricordo di suo padre. Suni è come sempre bella pimpante e scorazza un po in giro attirata dall'odore di un branco di camosci che ci precedono. Stando un po sulle rocce e con percorso un po a piacere tra la neve proseguiamo verso il Lago di Fertà che quando ci appare semighiacciato mostra tutta la sua bellezza! Dopo un po di foto è l'ora di sostare in riva al Lago di Fertà per il pranzo guardando davanti a noi il Colle delle Terre di Fertà che dopo dovremo risalire. Il tempo è tiranno e viene scuro presto cosi dopo circa un'ora di sosta ripartiamo costeggiando il Lago di Fertà sulla dx e cercando di stare fuori dalla neve il più possibile risaliamo faticosamente verso il colle per poi inevitabilmente pestare un bel po di neve in un ambiente grandioso. la vista salendo verso il colle è grandiosa sui laghi e sul selvaggio ambiente che li circonda!. Suni non molla di un centimetro e segue nella neve verso il colle che raggiungiamo. Scendiamo poi al Colle Crocetta dove la vista sul Gran Paradiso,le Levanno,il Nivolet, Ceresole è spaziale in questa giornata di novembre davvero "spaziale". Si vorrebbe stare quassù all'infinito ma dobbiamo proseguire il lungo anello scendendo su buon sentiero verso il Lago di Vercellina che dall'alto ci appare illuminato da uno spettacolare riflesso. Il sentiero scende verso il Gias Nuovo,il Gias Massa , Gias del Burich, Gias di Mezzo dove finalmente ritroviamo un po di ombra! Scendia o ancora verso Rivotti , senza raggiungerlo e pieghiamo decisamente a sx fino a raggiungere una grande sterrata che con giù e su ci riporta verso Alboni per chiudere questo stupendo anello! Un grazie a Max per la piacevole compagnia; un grazie a Suni, come sempre perfetta compagna di escursione!
Kommentare (21)