Colori e sapori d'autunno al MONTE VENTOLARO
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Nell’epoca del “non ho tempo” e della frenesia, fa bene rallentare un po’.
Fermarsi ad osservare la natura e la bellezza dei paesaggi.
Oggi questo è successo: il Monte rosa e gli splendidi colori dell'autunno Valsesiano si sono mostrati in tutta la lora bellezza.
E quando questo accade non si può che restare in silenzio ad ammirare queste splendide montagne.
L'itinerario di oggi inizia di fronte al Municipio di Scopa.
Lasciamo l’auto nel parcheggio del Comune, ripercorriamo sul lato opposto la strada asfaltata per pochi metri e arriviamo all’inizio del sentiero, dove troviamo il segnavia 26 e il pannello dedicato ai sentieri dell’Arte in Valsesia .
La mulattiera entra subito in un bel bosco di castagni.
Le castagne sono lì, belle comode da prendere e quindi iniziamo la raccolta.
Ma il sentiero da percorrere è ancora lungo e così decidiamo di completare la raccolta al ritorno.
Ci auguriamo solo di trovarne ancora e così sarà.
Difatti in tutta la giornata abbiamo incontrato 6 persone di cui 4 salite da Frasso ( frazione di Scopello, alternativa al sentiero fatto da noi), meglio così.
La prima alpe che incontriamo è l’alpe Pian del Sasso, un vero gioiello.
Bisogna sottolineare che gli alpeggi incontrati sono quasi tutti in buone condizioni e in parte abitati ancora oggi.
Oltrepassata la caratteristica cappella a forma cilindrica dell’alpe Pian del Sasso, proseguiamo sull’evidente sentiero e incontriamo gli alpeggi Ca’ di Cappello, Ca’ del Vaga e Ca’ d’Elena. In alcuni tratti il sentiero è interrotto da una strada sterrata e bisogna seguire con attenzione i segnavia bianco/rossi.
Raggiungiamo l’alpe Pian di Biagio, dove sulla destra possiamo notare due bellissime baite, anzi direi ville.
Costeggiando la steccionata che delimita il parco delle due baite, raggiungiamo un bivio.
Seguiamo il segnavia 26 e tralasciamo il 26 c, che porta all’oratorio di Santa Maria Maddalena e alla cappella dedicata alla sacra famiglia, completando il percorso dei sentieri dell’Arte.
Iniziamo a salire all’interno di un bellissimo bosco di faggi e betulle, camminando su un morbido tappeto di foglie e davanti a noi le foglie cadono, volteggiando, portate dal vento, tutte insieme e nello stesso senso, un vero spettacolo della natura.
Non so se conoscete quei momenti in cui vorreste fermare il tempo. Ecco questo è uno di quelli.
Raggiungiamo l’alpe Ticcarello e al limitare del bosco l’alpe Giavine.
Il sentiero ora risale pascoli alti.
Facendo un po’ di attenzione dalla parte opposta del vallone si può vedere la “parete forata”, una curiosa apertura tra le roccie.
La leggenda lo definisce opera del demonio che avrebbe urtato con le corna la roccia, nella foga di trascinare all’inferno l’anima di un’alpigiana, sorpresa a rubare l’erba in un giorno festivo.
Passati a pochi metri sotto l’alpe Scotto, non seguiamo il sentiero che continua verso l’alpe Casere e ci dirigiamo a destra.
Raggiungiamo l’alpe Scotto, cominciamo a salire da dietro gli edifici dell’alpeggio e in breve arriviamo alla Bocchetta di Scotto.
Ci troviamo su di una bella cresta e di sotto vediamo la Val Sermenza.
Qui c’è proprio l’indicazione per raggiungere a piedi Boccioleto...consigliata, in questo paese, la tipica locanda Valsesiana "Il Giacomaccio" !!
Restiamo ad ammirare i boschi sotto di noi, con i loro colori cangianti, il rosso, il giallo, l’arancione,il marrone. Iniziamo a salire seguendo il segnavia sull’unico albero presente.
Cominciamo a percorrere un ampio crinale erboso , che si assottiglia sempre di più.
Procediamo ad intuito, aiutandoci con i segnavia bianco/rossi.
La vegetazione è molto fitta e il sentiero, benché tracciato, in alcuni punti è indecifrabile, coperto da erba e cespugli di rododendri.
Ma va bene così…….
Certo siamo costretti a rallentare il passo e impieghiamo più tempo del previsto.
Dopo qualche saliscendi raggiungiamo la località Partus e un cartello indica che a sinistra si raggiunge la Montagna Bucata.
Pieghiamo a destra e saliamo alla prima delle tre elevazioni del Monte Ventolaro.
Oltrepassata anche la seconda, in breve arriviamo ad un grosso masso, con una targa che indica la vetta principale.
Da qui la vista è superba: MONTE ROSA, CORNO BIANCO, 4000 DEL VALLESE, LA VAL SERMENZA.
Riconosciamo anche il Pizzo Tracciora, salito lo scorso anno e in fondo alla Val Sermenza, Carcoforo, riconoscibile dal campanile della chiesa.
Dopo una breve pausa, cominciamo a scendere e terminiamo la raccolta di castagne...un bel 3kg. abbondanti...non male!
E’ già ora di tornare a casa, ma una parte di noi è rimasta tra i monti e ci aspetta per intraprendere la prossima escursione.
Fermarsi ad osservare la natura e la bellezza dei paesaggi.
Oggi questo è successo: il Monte rosa e gli splendidi colori dell'autunno Valsesiano si sono mostrati in tutta la lora bellezza.
E quando questo accade non si può che restare in silenzio ad ammirare queste splendide montagne.
L'itinerario di oggi inizia di fronte al Municipio di Scopa.
Lasciamo l’auto nel parcheggio del Comune, ripercorriamo sul lato opposto la strada asfaltata per pochi metri e arriviamo all’inizio del sentiero, dove troviamo il segnavia 26 e il pannello dedicato ai sentieri dell’Arte in Valsesia .
La mulattiera entra subito in un bel bosco di castagni.
Le castagne sono lì, belle comode da prendere e quindi iniziamo la raccolta.
Ma il sentiero da percorrere è ancora lungo e così decidiamo di completare la raccolta al ritorno.
Ci auguriamo solo di trovarne ancora e così sarà.
Difatti in tutta la giornata abbiamo incontrato 6 persone di cui 4 salite da Frasso ( frazione di Scopello, alternativa al sentiero fatto da noi), meglio così.
La prima alpe che incontriamo è l’alpe Pian del Sasso, un vero gioiello.
Bisogna sottolineare che gli alpeggi incontrati sono quasi tutti in buone condizioni e in parte abitati ancora oggi.
Oltrepassata la caratteristica cappella a forma cilindrica dell’alpe Pian del Sasso, proseguiamo sull’evidente sentiero e incontriamo gli alpeggi Ca’ di Cappello, Ca’ del Vaga e Ca’ d’Elena. In alcuni tratti il sentiero è interrotto da una strada sterrata e bisogna seguire con attenzione i segnavia bianco/rossi.
Raggiungiamo l’alpe Pian di Biagio, dove sulla destra possiamo notare due bellissime baite, anzi direi ville.
Costeggiando la steccionata che delimita il parco delle due baite, raggiungiamo un bivio.
Seguiamo il segnavia 26 e tralasciamo il 26 c, che porta all’oratorio di Santa Maria Maddalena e alla cappella dedicata alla sacra famiglia, completando il percorso dei sentieri dell’Arte.
Iniziamo a salire all’interno di un bellissimo bosco di faggi e betulle, camminando su un morbido tappeto di foglie e davanti a noi le foglie cadono, volteggiando, portate dal vento, tutte insieme e nello stesso senso, un vero spettacolo della natura.
Non so se conoscete quei momenti in cui vorreste fermare il tempo. Ecco questo è uno di quelli.
Raggiungiamo l’alpe Ticcarello e al limitare del bosco l’alpe Giavine.
Il sentiero ora risale pascoli alti.
Facendo un po’ di attenzione dalla parte opposta del vallone si può vedere la “parete forata”, una curiosa apertura tra le roccie.
La leggenda lo definisce opera del demonio che avrebbe urtato con le corna la roccia, nella foga di trascinare all’inferno l’anima di un’alpigiana, sorpresa a rubare l’erba in un giorno festivo.
Passati a pochi metri sotto l’alpe Scotto, non seguiamo il sentiero che continua verso l’alpe Casere e ci dirigiamo a destra.
Raggiungiamo l’alpe Scotto, cominciamo a salire da dietro gli edifici dell’alpeggio e in breve arriviamo alla Bocchetta di Scotto.
Ci troviamo su di una bella cresta e di sotto vediamo la Val Sermenza.
Qui c’è proprio l’indicazione per raggiungere a piedi Boccioleto...consigliata, in questo paese, la tipica locanda Valsesiana "Il Giacomaccio" !!
Restiamo ad ammirare i boschi sotto di noi, con i loro colori cangianti, il rosso, il giallo, l’arancione,il marrone. Iniziamo a salire seguendo il segnavia sull’unico albero presente.
Cominciamo a percorrere un ampio crinale erboso , che si assottiglia sempre di più.
Procediamo ad intuito, aiutandoci con i segnavia bianco/rossi.
La vegetazione è molto fitta e il sentiero, benché tracciato, in alcuni punti è indecifrabile, coperto da erba e cespugli di rododendri.
Ma va bene così…….
Certo siamo costretti a rallentare il passo e impieghiamo più tempo del previsto.
Dopo qualche saliscendi raggiungiamo la località Partus e un cartello indica che a sinistra si raggiunge la Montagna Bucata.
Pieghiamo a destra e saliamo alla prima delle tre elevazioni del Monte Ventolaro.
Oltrepassata anche la seconda, in breve arriviamo ad un grosso masso, con una targa che indica la vetta principale.
Da qui la vista è superba: MONTE ROSA, CORNO BIANCO, 4000 DEL VALLESE, LA VAL SERMENZA.
Riconosciamo anche il Pizzo Tracciora, salito lo scorso anno e in fondo alla Val Sermenza, Carcoforo, riconoscibile dal campanile della chiesa.
Dopo una breve pausa, cominciamo a scendere e terminiamo la raccolta di castagne...un bel 3kg. abbondanti...non male!
E’ già ora di tornare a casa, ma una parte di noi è rimasta tra i monti e ci aspetta per intraprendere la prossima escursione.
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