Avevo assistito all’interessante nascita di questa “crociata del no fer” nell’ambito di una bella relazione per la penna di Luca (lebowski) che ammiro da sempre per come la usi come fosse un pennello col quale dipinge quadretti di insolita suggestione e coinvolgimento. Avevo anche seguito i molti commenti che si erano man mano aggiunti, quasi tutti per l’abolizione delle “croci di vetta”. Nel mio animo non avevo subito preso una delle due parti: pro o contro le croci di vetta perché, se da una parte sono maggiori le mie incredulità che una improbabile fede non me la sentivo di decidere di getto da che parte stare. L’occasione è arrivata durante il paio d’ore di corsa domenicale, dopo che le pile del walkman hanno deciso di abbandonarmi definitivamente. Allora ci ho ragionato su e mi sono detto innanzitutto: “Cui prodest?” ossia “Chi ne trae vantaggio?”. In effetti nessuno credo, qualunque delle due scelte si decida di fare. L’allegoria molto efficace con la quale Luca narra del colloquio con la montagna che si lamenta delle profonde ferite inflittale dall’uomo tramite il ferro delle croci di vetta convogliatore di fulmini nell’intimo del monte è davvero ampia e suggestiva. Sono completamente d’accordo sul fatto che interessi al di fuori del nostro sapere muovono opere dell’uomo che offendono e demoliscono la natura che abbiamo ereditato e che dovremmo trasmettere a figli e nipoti. Ma la croce di vetta che c’entra? Non saranno quei pochi chili o quintali di ferro collocati sulla sommità di un monte e che offrono al viandante il conforto di vedere che la meta si avvicina o che indicano la certezza della vetta a creare i dissesti cui assistiamo ogni giorno. Cosa volete che siano quei quattro ferri in confronto alla moltitudine di tralicci degli elettrodotti e delle funivie piantati nel dorso dei monti come banderillas nella schiena del toro? Cosa volete che siano paragonati alle tante antenne installate per consentirci di comunicare “Vetta raggiunta!” agli amici o ai congiunti? O alle altre antenne e ripetitori che ci permettono di gustare i nostri programmi TV preferiti? Tutto questo offende i monti ma lo accettiamo forse con qualche critica ma in fondo riteniamo faccia parte del nostro attuale ed irrinunciabile modo di vivere. Che miglioramento porterà l’asportazione di questi simboli di vetta quando abbiamo traforato i monti con gallerie di chilometri per consentirci di raggiungere comodamente le nostre mete in ospitali automobili? Abbiamo “affettato” rilevanti porzioni di montagna per estrarre i materiali con i quali abbiamo eretto monumenti e palazzi nelle nostre città. Ecco queste sono le opere che hanno sicuramente portato vantaggio a qualcuno, a pochi o a tanti e le accettiamo ora e quasi sicuramente le accetteremo in futuro. Certo, in nome della croce spesso si sono mobilitate spedizioni di guerra, si sono consumate nefandezze di ogni tipo, commerci vergognosi, torture ed uccisioni singole o di massa. Ma questo cosa c’entra? Io penso non alla mia fede che non esiste ma a quella dei nostri nonni che mangiavano dei pochi prodotti che il monte offriva loro, che sapevano che la loro vita era comunque senza speranza, pagavano tasse ingiuste e cercavano di allevare i loro figli (tanti) in modo che almeno ad essi fosse destinata una vita migliore anche se sapevano in cuor loro che così non sarebbe stato. Ma malgrado questa vita grama avevano Fede e ponevano sulla massima elevazione conosciuta il simbolo della loro speranza. Ecco per questa loro speranza io vorrei conservare queste costruzioni perché anche i nostri figli capiscano quanto loro sono fortunati e quanto hanno sofferto invece i loro avi. Se alcuni vorrebbero eliminare questi simboli religiosi in nome di un “buonismo” dilagante, di accettazioni che bisogna a tutti i costi approvare perché fa “liberal”, del non offendere chi la pensa diversamente esponendo i simboli della nostra tradizione io non ci sto e dico: lasciamo che le croci che sono sempre state sui nostri monti, belle o brutte che siano continuino ad esserci e a testimoniare quella che è stata la nostra civiltà.
Il resto…..se ne abbiamo tutti il coraggio….leviamolo!
P.S.: Chiedo scusa a Luca e agli altri se mi sono permesso di trasferire il “discorso” sul forum ma ritengo che così sia più visibile e possa interessare un maggior numero di persone.
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