Pointe de Tsalion (3512 m)
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Giorno 23
Da sempre ho ammirato la catena di monti che chiude a E la val d’Arolla e che va dal Petite Dent dei Veisivi all’Aiguille de la Tsa. Mai mi sarei però immaginato di salire una delle cime che la compongono.. Vista di fronte la catena dei Grandes Dents sembra un’unica parete verticale..
Quest’anno sono riuscito a procurarmi l’introvabile volume III della Guide des Alpes Valaisannes del Brandt, e così ho potuto studiarmi tutte le vie di salita alle varie cime e.. scopro che la Pointe de Tsalion – per quanto il Brandt la bolli come “insignificante” – è quotata come F. Me la metto quindi come una delle cime da fare !
Qualche giorno fa sono stato alla cabane de la Tsa per studiare il percorso. Due ragazzi di ritorno da lì mi hanno detto che è facile e ben marcata. Oggi sono pronto. Vado.
Salgo da Arolla. Stavolta parto tranquillo. Mi fermo un attimo alla capanna. Non c’è in giro nessuno. Vado avanti. Perdo leggermente quota, poi incomincio a vedere ometti e segni per terra (rosso-bianco-rosso) e capisco che sono sulla buona strada. Grazie ai segni trovo subito il sentiero (c’è addirittura un sentiero !) che sale lungo il ghiaione. Arrivo così tranquillamente fino a circa Q3160, proprio sotto i maestosi Pointe des Genevois e Dent de Perroc, poi la traccia incomincia a piegare verso SSE. Si costeggia, da sotto, un ghiacciaio morente e poi ci sono un po’ di passaggi di facile arrampicata.. a volte perché ho perso la via segnata.. Niente comunque mai di esposto. Gli ultimi metri sono in cresta, facilissima. Solo per raggiungere la vetta devo fare un passaggio in spaccata, ma sono tra i blocchi.. nessun pericolo !
Sono in vetta ! È solo una protuberanza.. vista dall’altra parte della val d’Arolla è un triangolo ottuso.. ma è una delle cime dei Grandes Dents ! Sono euforico ! A due passi da me ho l’Aiguille de la Tsa, il bellissimo obelisco in gneiss dorato che è uno dei simboli della valle, e tante altre cime prestigiose.. oltre a quelle più lontane.. la Dent Blanche che, da questa prospettiva, nell’immaginario popolare assomiglia ad una belva feroce pronta a caricare.. la Dent d’Hérens, più vicina del solito.. il Cervino, sempre con la sua caratteristica “gobba” della cresta del Leone.. la cresta del Mont Miné..
È ora di scendere. Provo a fare una doppia, per esercizio, con la mia mezza corda, ma oggi non è giornata.. In discesa i segni sono ancora più evidenti che in salita (in parte anche perché sono stati “pensati” per uno che fa la cresta W della Dent de Tsalion, fa la traversata alla Pointe de Tsalion e poi scende da qui..). Dietro di me ad un certo punto compaiono due alpinisti, evidentemente di ritorno proprio dalla Dent de Tsalion. Mi piacerebbe scendere con loro, ma sono lenti e poi si fermano, per cui alla fine arrivo in capanna molto prima di loro. La discesa è senza problemi, prima sulle roccette, mai infide nonostante siano lisce, e poi sul ghiaione, mai troppo pendente e sempre con sentiero. Sono in capanna. Prendo un te e una tortina al limone. Scambio due chiacchiere con la capannara, dicendole che la marcatura è proprio buona. Fa caldo, non ho voglia di stare a lungo qua, a prendere il sole. Scendo.
Una bella soddisfazione.. poter guardare quei monti e dire “là ci sono stato !”. Sembra impossibile..

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