Pizzo Recastello, 2886m
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Sto cominciando a prender gusto nell'affrontare le cime. Sono partito dal livello facile e pian piano sto aumentando la difficoltà, ma sempre senza esagerare e con sale in zucca. Ecco perchè per quest'inaspettata visita al Recastello (in programma c'era il brembano Diavolo di Tenda) ho voluto con me Cristian Riva (il suo sito) che gentilmente mi ha scortato, rendendo sicuramente più piacevole la salita.
Nonostante l'ora ci sono già un sacco di escursionisti che salgono al Lago del Barbellino e molti li reincontreremo scendendo. Facciamo la classica via panoramica ma poi taglieremo lungo una sorta di direttissima che ci farò risparmiare diversi minuti. In rifugio beviamo un bel thé freddo che ci rigenera e ammiriamo l'incredibile verde smeraldo del Lago del Barbellino. Ci condediamo giusto qualche minuto, poi sacco in spalla e via. Il meteo è buono, durante la salita Cristian ed io chiacchieriamo un sacco di montagna, vita personale, escursioni... è veramente bello andare in giro con qualcuno, specie dopo quasi dieci mesi che esci da solo. Seguendo il sentiero per il rifugio Barbellino, in corrispondenza di un ponte, pieghiamo a destra lungo una ripida traccia che porta il Val Cerviera. Il sole si fa sentire.
Ci concediamo qualche sosta perchè il caldo oggi è veramenet tosto, anche in alta quota. Superato diversi pianori, arriviamo all'inizio del ghiaione. Piccola sosta, quattro foto e via su per sto malefico ammasso di gera e sfasciumi dove fai un metro in su e due in giù. Più in alto vediamo tre grossi stambecchi che passeggiamo allegramene in costa e comincia una gragnuola di sassi; cerchiamo di stare alla larga e di evitarli. Di fretta raggiungiamo l'attacco del canalino dove siamo meno esposti al tiro dei cecchini ungulati.
Indossato il caschetto e parcheggiati i bastoncini, cominciamo la salita. Il canalino è divertente, in alcuni tratti bello verticale e la provvidenziale catena aiuta molto. Un quarto d'ora dopo, raggiungiamo una selletta dove già si gode un'anteprima dello stupendo panarama. Con la carica addosso, attacchiamo la cresta e arriviamo in vetta sotto la croce, dove salutati altri due escursionisti, scattiamo le foto di rito e pranziamo. La vista è eccezionale, peccato solo per i giganti orobici che oggi coperti da un cappello di nuvole. Si distinguono benissimo il Diavolo della Malgina, il Tre Confini, la Valmorta e il lago annesso.
Durante in pranzo, purtroppo vediamo un elicottero del 118 in hovering sul sentiero che collega il Coca al Curò; più tardi scopriremo che un'escursionista è perito cadendo dal sentiero. Davvero sconfortante. Prima dell' una il cielo comincia a coprisri e per precauzione decidiamo di scendere mentre un gentile signore si offre di venire con noi. Apre lui. Peccato che dopo una manciata di minuti lo vediamo praticamente già sul ghiaione! Uno stambecco camuffato da pensionato!!! Tornati in Val Cerviera facciamo il pieno alle borracce e nell' aria rieccheggiano due tuoni secchi. Ok, di corsa!
Scendono le prime gocce di pioggia e noi attraversiamo di fretta i pianori e raggiungiamo le rive del Lago del Barbellino. Proseguiamo per il Curò, sosta caffè e via verso Valbondione dove arriveremo prima delle 16. Massima soddisfazione, cima conquistata tempo clemente. Potrebbe andare storto qualcosa proprio ora? Ma certo! Una bella coda di 8km al ritorno a casa, sotto il caldo della pianura che pian piano prendeva il posto della fresca aria di montagna.
Alla prossima!
Nonostante l'ora ci sono già un sacco di escursionisti che salgono al Lago del Barbellino e molti li reincontreremo scendendo. Facciamo la classica via panoramica ma poi taglieremo lungo una sorta di direttissima che ci farò risparmiare diversi minuti. In rifugio beviamo un bel thé freddo che ci rigenera e ammiriamo l'incredibile verde smeraldo del Lago del Barbellino. Ci condediamo giusto qualche minuto, poi sacco in spalla e via. Il meteo è buono, durante la salita Cristian ed io chiacchieriamo un sacco di montagna, vita personale, escursioni... è veramente bello andare in giro con qualcuno, specie dopo quasi dieci mesi che esci da solo. Seguendo il sentiero per il rifugio Barbellino, in corrispondenza di un ponte, pieghiamo a destra lungo una ripida traccia che porta il Val Cerviera. Il sole si fa sentire.
Ci concediamo qualche sosta perchè il caldo oggi è veramenet tosto, anche in alta quota. Superato diversi pianori, arriviamo all'inizio del ghiaione. Piccola sosta, quattro foto e via su per sto malefico ammasso di gera e sfasciumi dove fai un metro in su e due in giù. Più in alto vediamo tre grossi stambecchi che passeggiamo allegramene in costa e comincia una gragnuola di sassi; cerchiamo di stare alla larga e di evitarli. Di fretta raggiungiamo l'attacco del canalino dove siamo meno esposti al tiro dei cecchini ungulati.
Indossato il caschetto e parcheggiati i bastoncini, cominciamo la salita. Il canalino è divertente, in alcuni tratti bello verticale e la provvidenziale catena aiuta molto. Un quarto d'ora dopo, raggiungiamo una selletta dove già si gode un'anteprima dello stupendo panarama. Con la carica addosso, attacchiamo la cresta e arriviamo in vetta sotto la croce, dove salutati altri due escursionisti, scattiamo le foto di rito e pranziamo. La vista è eccezionale, peccato solo per i giganti orobici che oggi coperti da un cappello di nuvole. Si distinguono benissimo il Diavolo della Malgina, il Tre Confini, la Valmorta e il lago annesso.
Durante in pranzo, purtroppo vediamo un elicottero del 118 in hovering sul sentiero che collega il Coca al Curò; più tardi scopriremo che un'escursionista è perito cadendo dal sentiero. Davvero sconfortante. Prima dell' una il cielo comincia a coprisri e per precauzione decidiamo di scendere mentre un gentile signore si offre di venire con noi. Apre lui. Peccato che dopo una manciata di minuti lo vediamo praticamente già sul ghiaione! Uno stambecco camuffato da pensionato!!! Tornati in Val Cerviera facciamo il pieno alle borracce e nell' aria rieccheggiano due tuoni secchi. Ok, di corsa!
Scendono le prime gocce di pioggia e noi attraversiamo di fretta i pianori e raggiungiamo le rive del Lago del Barbellino. Proseguiamo per il Curò, sosta caffè e via verso Valbondione dove arriveremo prima delle 16. Massima soddisfazione, cima conquistata tempo clemente. Potrebbe andare storto qualcosa proprio ora? Ma certo! Una bella coda di 8km al ritorno a casa, sotto il caldo della pianura che pian piano prendeva il posto della fresca aria di montagna.
Alla prossima!
Tourengänger:
Barbacan

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