Giorno 6
Sono un po’ stanco, dopo la corsa di ieri.. Il tempo, non è ben chiaro come sarà.. Allora, decido per una meta “tranquilla” come dislivello, ma a cui tengo, perché voglio prendermi una rivincita sull’altra volta in cui sono stato respinto. Respinto da tonnellate di sfasciumi scistosi ! Nel frattempo sono riuscito a recuperare, usato, l’introvabile (e per me preziosissimo) III volume della Guide des Alpes Valaisannes del Brandt e mi sono documentato su tutti i possibili accessi a questa “cima raramente visitata a causa della sua roccia di qualità inferiore”. La via meno faticosa sembra essere quello dalla croupe E. La cresta SSE, che avevo scelto “alla cieca” la volta scorsa, è sconsigliata.
Mi attrezzo con tutto.. casco, due picche, imbrago, mezza corda da 30 m.. Parto piano.. Scruto da lontano la mia meta, cercando di capire da che parte affrontarla.. come arrivare in cresta.. Da questa parte ci sono pascoli, ma so che prima o poi troverò i famigerati scisti ! Decido di prenderla nel punto più basso possibile, seguendo il pendio erboso. All’improvviso sento rotolare dei sassi. Seguo con lo sguardo il loro percorso veloce e guardo su : una volpe sta passando sopra la mia testa. È il caso di mettere il casco. Già che ci sono metto anche l’imbrago.. magari mi può servire più avanti..
Individuo una specie di cresta (quella che il Brandt chiama “croupe”, che tradurrei come “dorsale”), anche se la geografia di questa zona non mi è ben chiara.. Punto in direzione della mia meta. Incomincia la pietraia, ma è ancora formata da pietre grandi e relativamente stabili. C’è un risalto roccioso.. provo a salirlo, ma la roccia si sbriciola.. meglio aggirarlo. Seguo un canale piuttosto franoso.. non mi piace. Uscito da questo, vedo la mia cima. Sembra facile, la pendenza è poca e quindi anche se il terreno è friabile non c’è il rischio di scivolare all’indietro. Nel frattempo individuo una possibile via alternativa sul versante NE. Un ultimo passaggio da arrampicare, sempre su roccia scistosa e friabile e.. sbuco sulla cresta principale, a una decina di metri dall’ometto ! Un ultimo passaggio, e ci sono ! La Pointe du Bandon è mia !
Qualche foto all’affastellarsi di cime verso S, e ridiscendo. Mi calo con la massima attenzione in quella caratteristica terra scistosa, facendo sicurezza con una piccozza, e sono fuori dal pericolo. Senza indugio, mi dirigo verso quel pendio che ho visto in salita e che mi dà più sicurezza. In effetti, la pietraia è molto più stabile. Con grande calma scendo sul sentiero che fa il giro del lago e sono alla macchina.
Pointe du Bandon : gli sfasciumi e la rivincita !
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